Sospetti su Jacobs? Cari nordamericani, guardate che Ben Johnson l'avete avuto voi...
Veleno a stelle e strisce: "Gli annali dello sport sono disseminati di campioni a sorpresa che poi si sono rivelati dei truffatori"
Lamont Marcell Jacobs è medaglia d'oro nei 100 metri piani alle Olimpiadi di Tokyo 2020. Con un tempo di 9' 80'' il corridore italiano è diventato l'uomo più veloce del mondo e la cosa ha fatto parecchio rosicare la stampa estera, in particolare quella britannica e statunitense che subito si è accanita su Jacobs lanciando accuse neppure troppo velate di doping.
A difesa dell'atleta è intervenuto il presidente del Coni, Giovanni Malagò, che ha spento ogni traccia di polemica sottolineando:
"Dispiace che qualcuno dimostri di non saper accettare la sconfitta".
Ma poi, da che pulpito viene la predica? Cari nordamericani, guardate che Ben Johnson l'avete avuto voi...
IL VIDEO SERVIZIO:
La stampa inglese e americana accusa Jacobs di doping
La notizia che un atleta italiano sia diventato il corridore più veloce del mondo ha fatto parecchio rosicare un po' in tutto il mondo. Lamont Marcell Jacobs è riuscito in un'impresa titanica: vincere l'oro nei 100 metri piani alle Olimpiadi dopo un regno durato di ben 13 anni nel quale ha dominato incontrastato Usain Bolt. Non solo, è il primo europeo ad avere vinto i 100 metri da decenni...
L'IMPRESA DI JACOBS NEI 100 METRI PIANI:
Ha scritto il quotidiano statunitense Washington Post:
"Non è colpa di Jacobs se la storia dell’atletica fa sospettare dei miglioramenti improvvisi e immensi. Gli annali dello sport sono disseminati di campioni a sorpresa che poi si sono rivelati dei truffatori. Sarebbe ingiusto accusare Jacobs, ma sarebbe sbagliato non riconoscere il contesto della sua impresa. Jacobs merita il beneficio del dubbio, ma il suo sport no".
Affermazioni a cui hanno fatto eco quelle del giornale britannico Times che ha sottolineano come 32 delle migliori 50 prestazioni sui 100 metri sono state realizzate da atleti poi trovati positivi o comunque squalificati. A ciò si è andato ad aggiungere il tweet del giornalista Matt Lawton inglese:
"Il nuovo campione olimpico dei 100m, Marcell Jacobs, è sceso sotto i 10 secondi per la prima volta a maggio. È venuto qui e ha corso in 9.84 la semifinale e 9.80 la finale. Ah, bene…"
Malagò: "Non sanno accettare la sconfitta"
A difesa del suo atleta si è immolato il presidente del Coni Giovanni Malagò. Il numero uno dello sport italiano, ai microfoni di Rai Radio 1, ha spento ogni polemica venuta fuori circa le accuse di doping lanciate contro Jacobs:
"Le considerazioni di alcuni vostri colleghi sono veramente fonte di grande dispiacere e anche imbarazzo sotto tutti i punti di vista. Dispiace che qualcuno dimostri di non saper accettare la sconfitta. Oggi ha risposto bene Paolo Camossi, allenatore di Marcell. Parliamo di atleti che vengono sottoposti quotidianamente ai controlli antidoping e quando fanno un record tutto si raddoppia. Il numero dei test è impressionante. Per questo la mia è una difesa a spada tratta di Marcell".
Cari americani, Ben Johnson l'avete avuto voi...
Ma poi da che pulpito viene la predica? La polemica arrivata dal Washington Post forse non rammenta lo scandalo internazionale di Ben Johnson, corridore canadese che il 5 marzo del 1993 è risultato positivo al doping per la seconda volta ed è stato squalificato a vita da ogni competizione internazionale.
Il suo record mondiale dei 100 metri piani alle Olimpiadi di Seul del 1988 è stato così annullato. Nel 1987, ai mondiali di Roma, Ben Johnson aveva battuto il suo grande rivale Carl Lewis, ma anche in questo caso la sua vittoria era stata cancellata dopo l’ammissione di avere utilizzato sostanze dopanti.
Anche nell'atletica è "It's coming... Rome"
Per quanto riguarda la stampa inglese, sarà forse anche che la sconfitta nella finale di Euro 2020 sta ancora bruciando... Anche nell'atletica è "It's coming... Rome". Niente meglio dell'iconica frase sfottò adottata dalla nazionale italiana dopo la vittoria degli Europei, storpiatura di "It's coming home" (letteralmente "Sta tornando a casa") urlato a tutta voce dagli inglesi prima della finale, può simboleggiare anche il successo di Jacobs nei 100 metri piani alle Olimpiadi.
L'ultima risposta alle polemiche alzate dalla stampa britannica, tuttavia, la lasciamo dire a Matteo Pessina e Niccolò Barella, i calciatori azzurri che, riprendendo il trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo, hanno chiarito il vero motivo per cui gli inglesi non vincono mai.
ECCO PERCHE' NON HANNO VINTO GLI INGLESI: