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Smart-working in Lombardia: più di 88mila lavoratori fuori sede sono tornati a casa

Abbandonate le grandi città in favore dei piccoli centri. Il 77% del campione intervistato è rimasto in Lombardia

Smart-working in Lombardia: più di 88mila lavoratori fuori sede sono tornati a casa
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Grazie ai vantaggi offerti dallo smart working si sono potuti spostare dalla città in cui ha sede l’azienda per cui lavorano senza dover rinunciare al proprio impiego, potendo al contempo ritrovare amici e parenti. Si tratta di oltre 88 mila lavoratori fuorisede della Lombardia, secondo un’indagine commissionata da Facile.it a mUp Research e Norstat.

Il dato tiene conto di tutti gli spostamenti effettuati da lavoratori che prima della pandemia abitavano in un immobile in affitto. Ma la vera sorpresa messa in luce dall’analisi è stata scoprire come il flusso più evidente sia quello interno alla stessa Lombardia, dove un gran numero di persone ha deciso di spostarsi dalle metropoli ai piccoli centri, gettando le basi per far crescere l’economia di queste zone e ripopolarle.

Tra i lavoratori fuorisede che hanno colto l’occasione dello smart working per trasferirsi in una città diversa, il 77 per cento ha infatti deciso di rimanere comunque all’interno dei confini lombardi, mentre l’11 per cento si è spostato in un’altra regione del Nord Italia. Il 5 per cento ha invece deciso di lasciare la Lombardia per raggiungere le Regioni del Centro, mentre il 7 per cento si è trasferito nel Sud Italia.

Tenore di vita più alto

Tra le principali ragioni alla base di questa scelta i possibili risvolti economici. Se è vero che la retribuzione media degli “smart workers di ritorno” è pari a 1.840 euro, per uno su tre lo stipendio mensile è inferiore ai 1.500 euro. Cambiare città mantenendo lo stesso lavoro ha permesso quindi a molte persone di migliorare il proprio tenore di vita; o almeno è ciò che ha dichiarato il 28,1 per cento degli intervistati.

Tra l’altro, pare che questi cambiamenti non siano affatto una soluzione temporanea. Sei smart workers di ritorno su dieci hanno detto di non avere intenzione di tornare nelle precedenti case in affitto, ma di voler continuare a lavorare da remoto nella propria città d’origine o in quella in cui si sono trasferiti dopo il lockdown.

In Lombardia crescono le richieste di mutui nei piccoli centri

Uno dei primi indicatori dello spostamento dalle grandi città lombarde alle zone di provincia riguarda le domande di finanziamento per immobili che si trovano in Comuni con meno di 250 mila abitanti. Secondo il recente osservatorio di Facile.it e Mutui.it, nel primo semestre 2021, queste richieste sono state il 76,7 per cento del totale di quelle presentate in Lombardia, in aumento dell’1,5 per cento rispetto all’anno precedente.

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