Lombardia: tutti occupati i 40 posti in terapia intensiva e il Papa Giovanni ne riattiva sette
Fino alla soglia limite di 40 malati gravi, i pazienti venivano suddivisi in cinque hub: Civili di Brescia, San Matteo di Pavia, Niguarda, Sacco e Policlinico a Milano.
Che i vaccini abbiano rivestito un ruolo di primo piano nell’evitare che le persone contagiate dal Covid si aggravassero è sotto gli occhi di tutti. L’impatto dei malati sulle strutture sanitarie lombarde e bergamasche, questa estate, è stato contenuto, ma per qualcuno è stato comunque necessario il ricovero, anche in terapia intensiva. I pazienti gravi sono comunque cresciuti, anche perché si tratta nella quasi totalità dei casi di persone non vaccinate, e di conseguenza anche l’ospedale Papa Giovanni ha dovuto riattivare sette posti letto di terapia intensiva per i pazienti Covid.
La ragione di questa decisione dipende dal sistema di redistribuzione dei malati gravi in Lombardia, che individua diversi hub di riferimento. Fino a che non si era raggiunta la soglia di 40 malati in rianimazione erano cinque le strutture in cui venivano curate le persone con gravi difficoltà respiratorie: gli Spedali Civili di Brescia (per bresciani e parte di bergamaschi, cremonesi e mantovani), il San Matteo di Pavia, il Niguarda, il Sacco e il Policlinico a Milano. Ieri, lunedì 16 agosto, però il bollettino regionale segnava la quota di 40 posti occupati in terapia intensiva in tutta la Lombardia (due in meno di domenica) e, in automatico, per alleggerire la pressione, sono stati aggiunti nuovi letti in altri ospedali, tra cui quello di Bergamo.
Dei sette nuovi letti al Papa Giovanni ne sono occupati per il momento quattro. Uno dei pazienti non è intubato, ma ha bisogno di aiuto nella respirazione; un secondo arriva da un'altra provincia lombarda e un terzo si trova nel reparto di area critica per altre patologie, ma essendo risultato positivo al tampone è stato trasferito con gli altri malati Covid.
La circolazione del virus e i contagi avranno anche mostrato un colpo di coda, tuttavia le notizie che arrivano dagli ospedali lasciano ben sperare. Nel complesso a Bergamo è ricoverata una ventina di persone, circa il 70 per cento di meno rispetto al 14 giugno, quando la Lombardia è entrata in zona bianca. In questi due mesi (per merito dei vaccini, è bene ribadirlo), inoltre, i decessi accertati nella Bergamasca sono stati 4, il 94 per cento in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, quando ne erano stati registrati 64.