Il lavoro in Bergamasca: anche a giugno assunzioni superiori ai livelli pre-Covid
A trainare la ripresa i contratti a tempo determinato e in somministrazione, a scapito di quelli a tempo indeterminato
«I nuovi ingressi nel mercato del lavoro sono tornati al di sopra dei livelli del 2019, anno con cui ha senso un raffronto». Che tradotto significa: nella Bergamasca a giugno le assunzioni restano sopra i livelli pre-Covid. A certificarlo è l’ultimo rapporto aggiornato sull'andamento del mercato del lavoro redatto dall'Osservatorio della Provincia (QUI il link).
L’analisi evidenzia un ulteriore dato positivo: se prima del periodo estivo erano state l’industria e l’edilizia a vivere un nuovo ciclo positivo, la rinnovata mobilità del lavoro nella Bergamasca nel secondo trimestre emerge anche dalle rinnovate assunzioni della stagione estiva indotte dalla ripresa dei servizi turistici e dei consumi, entrambi compressi durante l’emergenza sanitaria. In particolare le attività di alloggio e ristorazione hanno registrato, nell’arco del secondo trimestre, oltre 5 mila ingressi e un saldo positivo per 1.785 posizioni, pari al 65% del totale. Oltre i livelli pre-Covid crescono anche le cessazioni lavorative: non i licenziamenti economici (ancora sospesi a fine giugno), bensì le dimissioni o il mancato rinnovo dei rapporti temporanei ormai scaduti.
Assunzioni e cessazioni a fine giugno e nel secondo trimestre dell’anno
A giugno la crescita su base annua dell’occupazione in provincia, stimata dal saldo tra assunzioni e cessazioni, si assesta a 5.416 posizioni di lavoro dipendente. Le assunzioni nel mese sono state 13.053 (+46,6% rispetto a giugno 2020 e +15,9% rispetto al 2019), superate però dalle cessazioni, 13.278 in tutto (+53,4% sull’anno scorso e +23% sullo stesso mese del 2019). Il saldo mensile è di poco negativo, come accaduto altre volte in passato in occasione del turn over stagionale di metà anno.
Nonostante fosse ancora condizionato dalle restrizioni di aprile per alcune attività, il secondo trimestre dell’anno si è chiuso con 33.671 assunzioni (+4% sul 2019) e 30.933 cessazioni (+8,1% sullo stesso trimestre del 2019), con un saldo positivo di 2.738 posizioni.
Contratti part time e full time (dati trimestrali)
Un quarto delle assunzioni del secondo trimestre, ossia 8.531, sono a tempo parziale. Tra le donne il part-time incide per il 41,5%, un tasso assai più alto al 15% che si registra tra gli uomini. Rispetto al periodo pre-Covid c’è un recupero marcato delle assunzioni a tempo pieno, in crescita del 6,5% sul 2019, mentre quelle part-time (più diffuse nelle professioni del commercio e servizi) calano del 2,7% rispetto a due anni fa.
L’impennata delle attivazioni e l’accelerazione del turnover sono trainati dai contratti a tempo determinato e in somministrazione a scapito dei rapporti a tempo indeterminato. La domanda di lavoro è elevata, ma per prudenza o necessità, pare circoscritta a un orizzonte di breve termine tranne che per i livelli professionali specialistici e tecnici, per i quali ci sono numeri importanti sul versante delle assunzioni e delle stabilizzazioni a tempo indeterminato che si sono accumulate dalla metà dell’anno scorso ad oggi.