La quindicenne che ha ucciso la mamma al giudice: «Volevo soltanto spaventarla»
La ragazzina ha raccontato al giudice i fatti avvenuti sabato 14 agosto. Agli inquirenti ha raccontato di aver agito non perchè volesse uccidere sua mamma, bensì per spaventarla
Resterà in cella, a Torino, la quindicenne che nella notte di sabato 14 agosto ha ucciso la madre Manuela, 43 anni, colpendola con un’unica coltellata alla schiena al culmine di una lite domestica. Lo ha deciso il gip Laura D’Urbino, al termine dell’udienza di convalida del fermo; il giudice ha accolto la richiesta avanzata dalla Procura dei minori di custodia cautelare in carcere; l'accusa, nei confronti dell’adolescente, è di omicidio volontario aggravato da futili motivi e dai rapporti di parentela con la vittima. Inoltre, è stato richiesto un esame neuropsichiatrico per valutare la comunità più adatta ad accogliere la quindicenne.
La ragazza agli inquirenti avrebbe raccontato di aver agito non con l’intenzione di uccidere la madre, bensì solo di spaventarla. Secondo quanto riferito da BergamoTv al giudice avrebbe anche raccontato di essersi sempre sentita sola e di non voler stare con i parenti, nonostante lo zio avesse dichiarato di volersi prendere cura della ragazzina, nel ricordo di sua sorella. Per questa ragione, potrebbe essere nominato un tutore legale esterno alla famiglia.
Madre e figlia vivevano in una corte di via Bernardino Butinone, nel centro storico di Treviglio. Manuela, impiegata nello studio di un commercialista, aveva deciso di crescere da sola la figlia, con l'aiuto dei familiari. Quella notte la mamma le aveva dato il compito di montare un ventilatore acquistato di recente. Ne è nata la lite sfociata nell'aggressione con il coltello da cucina. A chiamare il 118 è stata la ragazza stessa, sconvolta: «Ho fatto del male alla mamma», ha detto all'operatore. Sul luogo del delitto è arrivata anche la nonna, 80 anni. Dopo un primo momento di silenzio l’anziana ha raccontato a Corriere Bergamo di essersi avvicinata alla nipote, che l’avrebbe abbracciata e le avrebbe detto: «Aiutami».
Questa mattina è in programma l’autopsia sul corpo di Manuela, composto nella camera mortuaria dell’ospedale Papa Giovanni XXIII. Ad eseguire l’esame sarà il medico legale Matteo Marchesi.