A caccia con visore notturno e silenziatore, ma manca il cinghiale: denunciato bracconiere
L'uomo, 40 anni, è stato deferito per l'utilizzo di mezzi vietati e alterazione di armi da caccia
La caccia di selezione al cinghiale si è aperta all'inizio di maggio. Ma accanto ai cacciatori ci sono anche bracconieri che non si fanno troppi scrupoli a colpire specie protette o a usare armi e gadget non propriamente convenzionali, tipo un silenziatore per il fucile costruito artigianalmente.
In Val Brembana un quarantenne, di notte, appostato nelle vicinanze di un piccolo immobile rurale, ha sparato verso un cinghiale senza riuscire però a colpirlo, nonostante indossasse un visore notturno. Il fucile montava anche un silenziatore per evitare che la polizia provinciale potesse sentire gli spari, ma non è servito: la pattuglia in servizio ha udito il colpo esploso ed è intervenuta. Gli agenti hanno scoperto che il quarantenne non solo non aveva comunicato la localizzazione del luogo di caccia, ma aveva anche foraggiato con mais in granella la zona per riuscire ad abbattere un numero maggiore di cinghiali. Il "cacciatore" è stato deferito all'autorità giudiziaria.
Un episodio analogo si è verificato in Val Cavallina. A essere denunciato per caccia con mezzi vietati e alterazione d’arma da fuoco è stato un bracconiere di 50 anni, fermato dalla polizia provinciale. L’uomo, in compagnia di altri cacciatori, alla vista degli agenti ha cercato di allontanarsi, sostenendo che il controllo delle forze dell’ordine aveva compromesso “l’attesa venatoria” degli animali. Il comportamento dei cacciatori non ha fatto altro che insospettire ulteriormente la polizia, che ha scoperto il silenziatore artigianale e altri strumenti vietati per la caccia.
La polizia provinciale è anche impegnata nel contrasto all'addestramento abusivo dei cani da caccia, una pratica che spesso comporta gravi disturbi alle specie stanziali. Capita infatti che cinghiali, caprioli, o cervi, messi in allarme o inseguiti dai cani, arrivino sulle strade, rischiando di causare incidenti stradali. In diverse occasioni gli agenti hanno trovato sui cadaveri degli animali le tracce di un impatto con i veicoli in transito; animali che, a causa delle mancate segnalazioni, non è stato possibile soccorrere prima che morissero. Inoltre, le carcasse possono attirare altri animali selvatici, che finiscono a loro volta sulla carreggiata. Tra l’altro gli automobilisti che non denunciano gli incidenti o che non soccorrono gli animali in pericolo possono essere multati.
«L’attività svolta dalla polizia provinciale è fondamentale per il soccorso della fauna selvatica e la sicurezza dei cittadini - commenta il presidente Gianfranco Gafforelli -. Nonostante la carenza di personale, gli agenti dimostrano giorno per giorno professionalità e impegno nel preservare un patrimonio della collettività, che deve rimanere tale».