La vergogna dei ponti della ciclabile della Val Seriana ancora chiusi dopo quasi due anni
Si parla spesso di mobilità dolce e di sostenibilità, la pandemia ha letteralmente fatto esplodere la passione della bicicletta e sempre più persone ne fanno uso quotidiano per i propri spostamenti. E allora, si chiede Aribi (Associazione per il Rilancio della Bicicletta), com'è possibile che la pista ciclabile della Val Seriana, fiore all’occhiello della rete ciclabile lombarda, sia ancora inagibile dopo un anno e mezzo e i quattro ponti siano ancora chiusi?
«Noi di Aribi riteniamo che la situazione sia grave - spiega la presidentessa Claudia Ratti -, da tempo chiediamo la sistemazione urgente dei ponti (due ad Albino, uno tra Gazzaniga e Cene e l’altro tra Vertova e Casnigo, ndr) ma per ora non abbiamo notizia di un impegno formale da parte dell’ente che se ne occupa. Rileviamo l’attivazione della Comunità Montana e delle istituzioni coinvolte, ma è necessaria un’azione sostanziale, considerando che i ponti lungo la ciclabile necessitano ormai da anni di manutenzione. Oltre agli interventi di ripristino per la sicurezza servirebbe anche una revisione complessiva per evitare continui “stop&go” su un’infrastruttura così frequentata».
La ciclabile Val Seriana rappresenta un’attrattiva per i turisti, ma soprattutto una risorsa indispensabile per gli abitanti della Valle. «Dobbiamo difendere il diritto dei cittadini di muoversi sulla pista, per i percorsi casa-scuola e casa-lavoro, per le passeggiate e le biciclettate dei nostri ragazzi e delle famiglie del territorio. Loro hanno certamente la priorità, ma non ci dimentichiamo dei cicloturisti che durante questi mesi estivi avrebbero potuto scegliere la Val Seriana come meta per gite giornaliere o soggiorni più prolungati. Abbiamo buttato al vento una stagione. Ultimamente sono stati organizzati convegni sulla mobilità sostenibile in Alta Valle Seriana percorrendo i sentieri in mountain bike o su macro-opere come la Ciclovia della Cultura. A nostro avviso bisognerebbe prima occuparsi dell’esistente; se l’aeroporto di Orio al Serio si connota come bike-friendly, tutt’attorno il territorio dovrebbe essere in grado di fornire un servizio adeguato».
Lo sconforto dell’associazione riguarda anche altre realtà che tutelano l’ambiente e promuovono la mobilità sostenibile. «All'indomani della notizia del divieto di circolazione in bicicletta su Montisola per chi proviene dalla terraferma, molti gruppi si sono attivati immediatamente. In quell'occasione abbiamo incontrato il sindaco per cercare di comprendere le ragioni di sicurezza che hanno portato l’amministrazione a porre un limite al numero di bici circolanti e ne abbiamo compreso i motivi. Si tratta inoltre di una situazione temporanea, destinata a risolversi. In Val Seriana invece è da quasi due anni che i ponti sono chiusi e sono gli stessi cittadini a chiederci di fare qualcosa».
«Abbiamo lanciato una petizione su Change.org per raccogliere firme, vogliamo scuotere le istituzioni e mobilitare con noi chi invoca la sistemazione e l’attenzione mediatica che questa splendida pista ciclopedonale merita. Vogliamo risposte, un crono-programma definito, un impegno formale dell’ente gestore e un forte interessamento da parte della politica, a prescindere dai colori. Che non sia soltanto un rattoppo per mettere in sicurezza i ponti in legno ammalorati, ma una svolta nella gestione e nella manutenzione dell’infrastruttura che per tutti dovrebbe rappresentare una priorità. Ricordiamo che è grazie al nostro impegno che si è potuta ripristinare con successo la luminosità delle gallerie sulla ciclabile in Val Brembana».