Crollo del ponte di Annone: assolta la funzionaria bergamasca imputata
Il 28 ottobre del 2016 il viadotto crollò uccidendo Claudio Bertini, unica vittima dell’incidente. Tre le condanne, la pena massima è di 3 anni e otto mesi
Silvia Garbelli, 60 anni, funzionaria del settore pianificazione territoriale e grandi infrastrutture della Provincia di Bergamo, a processo per il crollo del ponte di Annone Brianza, è stata assolta.
La funzionaria bergamasca, secondo quanto ricostruito dall’accusa, aveva rilasciato il permesso di transito al tir della ditta Nicoli che viaggiava lungo il viadotto nel momento in cui si è verificato il cedimento. Per lei il pubblico ministero lecchese Andrea Figoni aveva chiesto una condanna a due anni, ma il giudice monocratico del tribunale di Lecco, Enrico Manzi, l’ha assolta perchè il fatto non costituisce reato.
Come riportano i colleghi di PrimaLecco sono state tre le condanne pronunciate per il crollo del viadotto che scavalcava la strada statale 36, sotto il quale il 28 ottobre del 2016 perse la vita Claudio Bertini, 68 anni, di Civate.
A giugno il pubblico ministero, nella sua requisitoria, aveva chiesto la condanna dei quattro imputati. Oggi, lunedì 6 settembre, la sentenza di primo grado. La condanna più pesante, pari a 3 anni e otto mesi, è stata inflitta all’ingegner Angelo Valsecchi, 54 anni, di Lecco, già dirigente del settore viabilità e infrastrutture della Provincia lecchese (per lui il pm aveva chiesto 3 anni e sei mesi).
Giovanni Salvatore, 60 anni, a capo del centro manutenzioni dell’Anas per la Lombardia, è stato condannato a 3 anni e sei mesi, mentre l’ingegner Andrea Sesana, 39 anni, di Oggiono, responsabile del servizio concessioni e reti stradali di villa Locatelli è stato condannato a 3 anni.
Per tutti i condannati è stata anche disposta la pena accessoria dell'interdizione dei pubblici uffici per una durata equivalente alla pena. Il giudice ha poi rinviato tutti gli atti alla Procura, per eventuali ulteriori indagini nei confronti di altre persone coinvolte nella tragedia.
Aveva deciso di patteggiare 1 anno e due mesi, con la sospensione della pena, Roberto Torresan, ingegnere di 56 anni di Busto Arsizio che quattro anni prima del crollo elaborò un progetto per la manutenzione della infrastruttura segnalando però soltanto il degrado del ponte e non i problemi statici.
Il crollo del ponte
Claudio Bertini morì incastrato tra le lamiere, al volante della propria Audi. Fu l’unica vittima del crollo del ponte. Il cedimento però coinvolse altre sei persone: l’autista del mezzo pesante in transito sul ponte riportò un trauma toracico e svariate lesioni e fu ricoverato in ospedale a Lecco. Rimasero feriti anche tre bambini a bordo di un’altra automobile, mentre il guidatore di una Volkswagen Golf che si trovava sul cavalcavia al momento del crollo ne uscì miracolosamente illeso.
Vivo per miracolo anche un motociclista che stava guidando sulla strada statale 36 al momento della tragedia, mentre sotto choc rimase il guidatore di una Toyota Auris rimasta in bilico nel punto in cui si spezzò il ponte.