la lettera alle autorità

Il comitato per l'ospedale di San Giovanni Bianco: «La sua difesa una battaglia sacrosanta»

Per gli abitanti della valle l'aver multato sindaci e residenti è un «fatto incredibilmente increscioso e assurdo», che potrebbe anche costituire un «precedente pericoloso».

Il comitato per l'ospedale di San Giovanni Bianco: «La sua difesa una battaglia sacrosanta»
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La denuncia dell’impoverimento dei servizi e la difesa dell’ospedale di San Giovanni Bianco è «una sacrosanta “battaglia” che deve coinvolgere e responsabilizzare ogni soggetto civico e politico: sindaci e cittadini». Aver multato i primi cittadini della valle e alcuni residenti è un «fatto incredibilmente increscioso e assurdo», che potrebbe anche costituire un «precedente pericoloso».

Gli abitanti della Val Brembana, i cittadini di San Giovanni Bianco e il comitato “Ospedale vivo” non vogliono che alle multe staccate per la manifestazione autorizzata del 7 agosto scorso e alla solidarietà dei politici, che chiedevano l’annullamento delle sanzioni (da mille a 4mila euro), segua il silenzio. Per questa ragione hanno deciso di scrivere al Ministero e all’assessorato alla sanità della Regione Lombardia, oltre che alla Prefettura di Bergamo e alla Procura.

«Tali sanzioni hanno colpito anche normali cittadini che hanno protestato nel modo più civile e pacifico contro il continuo depotenziamento dei servizi sanitari nel nostro territorio e per far valere un diritto primario, garantito dalla Costituzione, come quello della salute – si legge nella lettera -. Dobbiamo supporre che multare i sindaci significhi punire l’intera popolazione della Val Brembana? Oppure che il diritto della libertà a manifestare democraticamente sia un piacere e non un dovere dei rappresentanti istituzionali del territorio?».

«Mentre le sanzioni colpiscono coloro che conducono questa battaglia – concludono -, Asst Papa Giovanni e prima ancora l’Azienda ospedaliera di Bergamo possono tranquillamente violare norme di legge mettendo a rischio la salute dei cittadini non assicurando quei servizi che la legge prevede come obbligatori presso il presidio ospedaliero di San Giovanni Bianco».

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