A Roma la Lega ha qualche dubbio sul Green pass, ma a Bergamo Invernizzi è a favore
Il coordinatore provinciale condivide le scelte in merito a certificato verde e vaccini: una posizione molto diversa da quella nella capitale, dove ci sono diverse opinioni sul tema
Molto si è discusso di Green pass, in particolare all'interno della Lega, che pur facendo parte di un governo di unità nazionale, sull'argomento fa il bello e il cattivo tempo: da una parte l'ala governista, rappresentata da Giancarlo Giorgetti, dall'altra quella dubbiosa su vaccini e certificato verde, che potrebbe essere ben rappresentata da Claudio Borghi. Nel mezzo, un Matteo Salvini che cerca di dare un colpo al cerchio e uno alla botte, con molte difficoltà.
L'ultimo episodio, emblematico, è stato l'appoggio con il voto, deciso dal leader del Carroccio, agli emendamenti contro il provvedimento presentati da Fratelli d'Italia in Parlamento. Insomma, a Roma pare ci sia qualche dubbio sulla posizione ufficiale da assumere. Dubbi che, in realtà, i leghisti che hanno a che fare con i loro territori di riferimento non hanno affatto: è il caso di Cristian Invernizzi, coordinatore della provincia di Bergamo della Lega, che appoggia con convinzione sia la campagna vaccinale che l'utilizzo del Green pass.
«Sono per il Green pass e ancora di più per il vaccino – ha dichiarato Invernizzi al Corriere della Sera Bergamo -. Appena ho potuto l’ho fatto e di corsa. Poi ho scaricato il Qrcode e lo uso. Non capisco nemmeno come si possa stare a discutere su queste cose a Bergamo. La nostra terra è quella che ha pagato più di tutte. Non a caso abbiamo l’85 per cento di vaccinati. Capirei i dubbi di un sardo dove la prima ondata non ha fatto quasi nulla, ma da noi no. Io ho perso degli amici e anche mio papà l’abbiamo preso per i capelli».
Affermazioni molto nette da parte sua, che lasciano quindi spazio a poche sfumature. Lo stesso è poi tornato sulla questione del voto di martedì 7 agosto scorso alla Camera, quando parte dei leghisti hanno votato insieme a FdI l'emendamento, presentato da questi ultimi, per l'abolizione dell'obbligo del certificato nei ristoranti al chiuso. La proposta non è passata, ma il fatto non è passato inosservato e ci sono state delle conseguenze, come l'allungamento del dibattito all'interno dell'Esecutivo sull'estensione dell'obbligo.
«Io non c’ero (in aula martedì, ndr). La mia assenza dall’aula era annunciata. Ero in missione ufficiale a Milano come presidente della commissione bicamerale per il federalismo fiscale. Se ci fossi stato avrei votato secondo l’indicazione di scuderia» ha spiegato il coordinatore provinciale.
Invernizzi ha poi ridimensionato la distinzione tra Lega di lotta e di governo, assicurando che a Giorgetti non interesserebbe mettersi a capo di alcuna corrente. Sarà sicuramente vero, certo è che il suo pensiero è molto diverso da quello di Borghi.