i dati dell'osservatorio della provincia

A luglio, per il terzo mese di fila, le assunzioni a Bergamo superano i livelli pre-Covid

Rispetto all’anno scorso si contano 5.911 dipendenti in più. In crescita soprattutto i contratti di lavoro a tempo determinato

A luglio, per il terzo mese di fila, le assunzioni a Bergamo superano i livelli pre-Covid
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L’economia bergamasca sta bene e continua a crescere. Lo certificano i dati diffusi dall'osservatorio sul mercato del lavoro della Provincia di Bergamo, che mostrano come anche a luglio, per il terzo mese di fila, le assunzioni e le cessazioni lavorative abbiano superato i livelli pre-Covid, nonostante il saldo complessivo tra i due indicatori resti ancora inferiore ai ritmi di crescita del 2019.

Le assunzioni e le cessazioni nell’ultimo mese

Rispetto all’anno scorso, nella Bergamasca si contano 5.911 dipendenti in più, grazie alla tenuta dei settori già in espansione (costruzioni, industria e agricoltura) e alla nuova vitalità mostrata dal commercio e dai servizi, che beneficiano della ripresa del turismo. In particolare a luglio le assunzioni con contratto di lavoro dipendente sono state 12.712, circa un terzo in più rispetto allo stesso mese del 2020, superando nettamente le 11.563 di due anni fa.

Sul fronte delle cessazioni lavorative, il mese scorso se ne sono contate 11.368, un numero superiore rispetto a quello conteggiato sia a luglio del 2020 (+42,2%) sia nel 2019 (+15,1%). Di conseguenza il saldo mensile netto, tra assunzioni e cessazioni, è positivo, pari a 1.344, ma inferiore ai valori corrispondenti nei due anni precedenti.

Le tipologie contrattuali

Alla variazione positiva degli ultimi dodici mesi contribuiscono, per oltre la metà delle posizioni, i lavori in somministrazione (+3.161), gli apprendistati (+1.588) e i contratti a tempo determinato (+1.251).

Il saldo annualizzato dei contratti a tempo indeterminato è invece per il secondo mese consecutivo leggermente negativo, pari a -89. Ciononostante a luglio si sono contate 2.667 assunzioni a tempo indeterminato, che stanno recuperando i livelli pre-Covid. Inoltre, nonostante dal 1 luglio si siano sbloccati i licenziamenti, per il momento non è stato registrato alcun aumento significativo.

«L’aver salvaguardato attraverso la cassa integrazione e gli altri ammortizzatori sociali la capacità produttiva e quella delle persone collegate ai posti di lavoro ha consentito, in tempi brevi, la ripresa economica della nostra provincia – ha commentato Francesco Corna, segretario generale Cisl Bergamo -. Le aziende ora devono avere il coraggio per investire sui contratti a tempi indeterminato. L’aumento dei contratti a tempo determinato, nonostante sia un dato positivo, evidenzia solo una crescita del lavoro precario».

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