Duemila bottiglie e troppe dipendenze: Ivano Parolini rivestirà Porta Sant'Alessandro
Sabato 18 settembre torna Art2night, la notte bianca della cultura. In anteprima sveliamo l'installazione dell'artista seriano
Sabato 18 settembre, dalle 17 alle 24, Bergamo vivrà l’ottavo appuntamento con Art2night, la notte bianca dell’arte ideata e promossa dall’Associazione Culturale Art Maiora. Un momento «extra ordinario», come l’hanno definito gli organizzatori, capace di ridare vita e luce ai tanti tesori e luoghi nascosti di Bergamo.
Al lavoro ci sono, con il patrocinio e il sostegno di Comune e Provincia di Bergamo, una trentina di realtà del territorio e una miriade di artisti. Fra loro anche Ivano Parolini, 44 anni di Gandino, recente autore delle grandi tele dedicate al patrono di Bergamo ed esposte nella Basilica di Sant'Alessandro in Colonna nelle ultime settimane. Due tele poderose (alte cinque metri ciascuna), che fanno il paio con la nuova installazione che prenderà forma proprio in coincidenza con Art2night in Città Alta, esattamente presso Porta Sant'Alessandro.
L’installazione è denominata “Oltre” e ha come tema centrale il mondo delle dipendenze e le sue molteplici sfaccettature. «Voglio porre l’attenzione - spiega l’artista - sul carico emotivo e di dolore che questa dimensione porta in chi ne è vittima e in coloro che stanno attorno alle persone con una dipendenza. Ho pensato di realizzarla all’interno di una delle antiche porte di Bergamo, proprio per sottolineare come questa situazione, per chi ne cade vittima, sia un tunnel nel quale si ritrova quasi senza essersene nemmeno accorto e dal quale, a volte, non riesca a vedere un’uscita, una luce, la libertà».
A stupire nel concept di Parolini è ancora una volta la dimensione ragguardevole (uno sviluppo di 14 metri alla base e di sette metri in altezza) e il lavoro metodico e prolungato cui si è sottoposto con ispirata passione: ben duemila bottiglie in materiale plastico recuperate e dipinte una per una.
«L’installazione - aggiunge Parolini - cerca di comprendere la diversità delle dipendenze, assegnando simbolicamente a ciascuna di esse bottiglie e contenitori di diversa forma e dimensione. Una persona siede, di fatto immobile e ipnotizzata, davanti ad un monitor, che ha ormai perso la sua funzione. È un riferimento alle slot machine, al gioco online, ma anche alla tecnologia in generale, a quella che viene definita “dipendenza dallo schermo”, che isola in un mondo a sé, chi ne è vittima».
Ivano Parolini ha sviluppato la propria ricerca artistica dopo il diploma all’Accademia Carrara, quando espose, nel 1999, nella mostra alla Gamec curata da Vittorio Fagone, Mario Cresci ed Enrico De Pascale. Scelto da Marco Cingolani per una mostra alla Ciocca di Milano, è stato protagonista di importanti rassegne italiane ed estere. Nel 2014, con il progetto “Beauties” ha esposto allo Spazio Rosso Tiziano di Piacenza e nel 2015 ha proposto una performance a tema ad Expo, prima di presentare a Londra il suo “libro illustrato”, pezzo unico ispirato al romanzo “Da qualche parte nel mondo” di Chiara Cecilia Santamaria.
Del 2016 sono l’installazione “Relitti” nella colonia Sciesopoli a Selvino legata alla Shoah ed il progetto “Anime”, in occasione del quale un grande “Crocifisso” dipinto da Parolini ha sostituito la pala maggiore di Ponziano Loverini nella Basilica di Gandino. "Anime" ebbe anche un’antitetico sequel fra calcarei giurassici alla Buca del Corno di Entratico, dove Parolini ha esposto il “Trichierotauro”: una scultura ossea alta circa 2,50 metri, con un’apertura alare di oltre 7 metri formata da ossa di toro, cavallo, capra, cinghiale, muflone, struzzo, asino e pecora e frutto di un lavoro manuale che l’ha impegnato per mesi. Del 2018 è invece la performance “La Sposa” (denuncia contro la violenza sulle donne a ricordo di Pippa Bacca), cui hanno fatto seguito negli ultimi anni la mostra personale “Beauties 2.0” ad Alassio e l’installazione Flowers a Gandino, dedicata al Sinodo dell’Amazzonia. Nel recente passato ha lavorato all’installazione Alzhemeir presso la Fondazione Cecilia Caccia Del Negro di Gandino e, come ricordato, alle tele di Sant'Alessandro, patrono di Bergamo.