L’idea

Bergamosay, il dialetto fa più ridere se spiegato con un po’ di inglese

La pagina Instagram che spiega alcuni tipici modi di dire conta ora più di 44mila followers e uno shop online

Bergamosay, il dialetto fa più ridere se spiegato con un po’ di inglese
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Di Marta Belotti

Ghe n’è mìa de bàle, non si è bergamaschi veri se almeno una volta non si è ricondiviso un post di Bergamosay; perdonati solo coloro che non hanno Instagram. La pagina Instagram, aperta nell’estate del 2019 da due fratelli di Dalmine, Stefano e Alberto Cornali, conta ora più di 44mila followers, ha uno shop online e grandi novità in vista, ma è nata da un’idea semplice: raccogliere e postare frasi in dialetto bergamasco, modi di dire ed espressioni colloquiali, tradotte e spiegate in un inglese sempre very british.

 

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Un post condiviso da Bergamo Say (@bergamosay)

«In realtà, non abbiamo scoperto nulla di sensazionale. Pagine simili, per altri dialetti, c’erano già e noi non abbiamo fatto altro che riproporre un format simile per Bergamo; naturalmente, a modo nostro», spiega Alberto. Un “a modo nostro” molto efficace, perché nel giro di poco la pagina di Bergamosay è cresciuta esponenzialmente in follower e condivisioni. «Abbiamo iniziato per gioco, ma evidentemente la nostra idea e il nostro modo di comunicarla ha funzionato subito, perché, senza fare giochini di follow, unfollow e senza farci pubblicità, abbiamo iniziato a vedere i like crescere. Non solo, sempre più persone hanno iniziato a condividere i nostri post nelle loro storie».

 

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Partendo da uno spunto semplice, Bergamosay riesce a tenere vivo il dialetto bergamasco, i modi di dire e con loro le tradizioni e lo spaccato di un mondo passato che traspare dagli usi della lingua; e lo riesce a fare rivolgendosi e incuriosendo i giovani come giovani - entrambi under 30 - sono i fondatori.

«Ho sempre sentito i miei nonni parlare in bergamasco e, lavorando in gioielleria, ho imparato che il dialetto spesso riesce a metterti in contatto diretto e creare maggiore empatia con i clienti», spiega Alberto, che poi ammette: «Spesso però queste conoscenze non bastano, anche perché, soprattutto la questione accenti, non sempre riesce a mettere d’accordo tutti. Noi cerchiamo di fare del nostro meglio e anche se siamo stati talvolta criticati, abbiamo sempre cercato di spiegare che noi non vogliamo essere un dizionario di bergamasco. Vogliamo semplicemente tenere vivo questo dialetto, divertendoci e facendo ridere».

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