Promoberg fa ricorso contro il ministero e vince: ha diritto ai ristori
Il tribunale regionale del Lazio ha dato ragione all'ente: non era riuscito a presentare domanda telematica per un problema del sistema
Il Tar del Lazio ha dato ragione a Promoberg, che aveva fatto ricorso contro il ministero della Cultura per i mancati ristori per l'interruzione di attività a causa del Covid. I rimborsi erano indirizzati a tutti i soggetti operatori nel settore «ente fiera con codice Ateco principale 82.30.00-organizzazione di convegni e fiere» che avessero dovuto cancellare, annullare o rinviare almeno un evento fieristico tra il 23 febbraio e il 30 settembre 2020.
L'ente bergamasco avrebbe così avuto diritto a beneficiare della misura, ma la domanda, da presentare in via telematica, veniva bloccata dal sistema informatico. La giustificazione era che Promoberg non era iscritta al Registro delle imprese, che il software usava per controllare che i richiedenti ne avessero diritto: in effetti, la società è iscritta al Repertorio delle notizie economiche e amministrative, ma per legge aveva comunque accesso alla misura del Governo.
Dopo la scadenza per presentare la domanda, alle ore 17 del 9 novembre, il giorno successivo viene inviata la richiesta di contributo tramite pec, rigettata dai responsabili in quanto fuori tempo per avanzare la richiesta.
Da qui la decisione di fare ricorso al Tar del Lazio, che ha dato ragione a Promoberg: nella sentenza si legge infatti che «Laddove l’Autorità procedente abbia previsto la presentazione delle domande con modalità telematiche, non possono essere addossati agli istanti eventuali malfunzionamenti della piattaforma messa a disposizione, per cui non può essere escluso dalla procedura l’istante che abbia invano curato il caricamento della documentazione di gara sulla piattaforma telematica entro l’orario fissato per tale operazione, senza riuscire a finalizzare l’invio a causa di errori nella progettazione del sistema oppure di un malfunzionamento dello stesso, che è imputabile unicamente al gestore».
Di conseguenza, a meno che il ministero non ricorra al Consiglio di Stato, la domanda dovrà essere comunque valutata, anche se non è ancora stata stabilita la cifra dei ristori.