Invito-richiamo del vescovo ai tre sacerdoti con posizioni no vax: «Serve responsabilità»
Sollecitato da più parti a prendere posizione sul caso dei tre preti dell’Isola bergamasca che hanno strizzato l’occhio ai no vax, promuovendo anche una colletta per pagare i tamponi a quanti rifiutano di vaccinarsi, il vescovo di Bergamo, Francesco Beschi, è intervenuto sabato sera (9 ottobre) attraverso un “Comunicato ufficiale della Diocesi circa la situazione di Mapello e Ambivere”.
Questo il testo del comunicato:
«Il Vescovo di Bergamo, Mons. Francesco Beschi, facendo seguito a situazioni di sconcerto createsi nelle Parrocchie di Mapello e Ambivere in relazione ai comportamenti da tenersi per garantire la sicurezza sanitaria dei fedeli che partecipano alla vita di tali comunità, riconducibile al contagio da Covid-19, ribadisce le indicazioni diocesane dettate a questo riguardo nel corso di questo anno e rinnova l’appello alla vaccinazione così come sostenuto da Papa Francesco, dalla Conferenza Episcopale Italiana e da quella lombarda».
Il comunicato, oltre al rimando alle linee guida dell’Osservatorio Giuridico delle Diocesi Lombarde, prosegue:
«Si tratta di una indicazione che richiede di tradursi, come obbligo morale, e per quello che è previsto, di obbligo legale, in comportamenti coerenti, dettati da uno spirito di sintonia ecclesiale e di responsabilità da parte di coloro che rivestono compiti di guida nelle comunità».
In sostanza, un invito-richiamo ai tre sacerdoti a non generare confusione fra i fedeli. Il comunicato della Diocesi fa seguito alla lettera alle autorità civili e religiose scritta dai sindaci di Mapello e di Ambivere, Silvano Donadoni e Alessandra Locatelli, nella quale hanno duramente criticato l’opuscolo firmato e distribuito dai tre sacerdoti, don Emanuele Personeni, don Alessandro Nava e don Andrea Testa, in servizio nelle parrocchie di Ambivere, Mapello e Valtrighe (frazione di Mapello).
Donadoni e Locatelli, oltre a contestare ogni credibilità scientifica alle “riflessioni” dei tre sacerdoti, affermano che la pubblicazione «appare ancora più deprecabile perché posta in atto da persone con pubblica responsabilità, ministri del culto che si avvalgono del loro specifico ruolo per seminare discredito e provocare disobbedienza civile e religiosa. Intendiamo riferirci agli innumerevoli richiami di Papa Francesco alla vaccinazione e alle ripetute istanze governative del medesimo segno e vigore».
A chiedere una parola chiara del vescovo di Bergamo sono stati anche alcuni fedeli, tra cui la lettrice S. B. di Mapello, che hanno spedito lettere in Curia e ai giornali, ritenendo troppo blande le prese di distanza espresse finora dalla Curia, che tutt’al più bollavano quella dei tre sacerdoti come «un’iniziativa personale».