Rsa e riforma dei sistemi socio-sanitari, sindacati e pensionati chiedono un confronto con Regione
Lanciata anche una raccolta di firme, che si avvia ormai verso le trentamila adesioni in tutta la Lombardia
È da oltre un anno che sindacati e categorie dei pensionati chiedono a Regine Lombardia un incontro per poter discutere della situazione in cui versano le Rsa, dalle rette fissate dalle case di riposo alla riforma del sistema dei servizi socio-sanitari.
Peccato però che «questo tavolo non è stato mai convocato – denunciano Osvaldo Domaneschi e Onesto Recanati, segretario generale e segretario di Fnp Cisl -. Abbiamo anche avviato una raccolta di firme che si avvia ormai verso le 30 mila adesioni in tutta la regione. Vogliamo parlare ed essere ascoltati in merito al tema della gestione dei servizi della rete delle unità d’offerta sociosanitarie, o del mantenimento delle quote di compartecipazione per gli utenti nelle Rsa. Da tempo chiediamo di attivare un Osservatorio e proseguire il lavoro avviato per individuare le soluzioni necessarie in un’ottica di equità e di evoluzione dei servizi».
Queste richieste sono state ribadite in una lettera indirizzata all’assessore regionale al Welfare Letizia Moratti e al direttore generale Giovanni Pavesi da parte delle segreterie di Cgil, Cisl e Uil insieme alle categorie Spi, Fno e Uilp lombarde.
In Lombardia si contano oltre 700 Rsa, per un totale di circa 65 mila ospiti. «È un sistema che va riformato – aggiungono Domaneschi e Recanati - nell'ottica dei mutati bisogni sanitari, sociali e assistenziali della popolazione più anziana, affinché questi diventino luoghi dove vivere serenamente e dignitosamente la vecchiaia».
La petizione lanciata va proprio nella direzione di sollecitare un intervento programmatorio del Pirellone, con provvedimenti normativi più adeguati a un contesto mutato fortemente negli ultimi anni: «Uno dei punti principali è la richiesta di un aumento delle risorse stanziate».
La richiesta del sindacato lombardo parte anche dal processo in atto di modifica della legge regionale 33/2009 rispetto al quale «abbiamo presentato proposte di integrazione e modifica - concludono Domaneschi e Recanati -. Crediamo utile un confronto e auspichiamo una condivisione».