Arcigay Bergamo

Affossato il Ddl Zan, in Senato passa la "tagliola". Arlati: «Classe politica omofoba»

Approvata con voto segreto la procedura speciale chiesta da Fratelli d’Italia e Lega per affossare il provvedimento

Affossato il Ddl Zan, in Senato passa la "tagliola". Arlati: «Classe politica omofoba»
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Il Senato ha affossato oggi (mercoledì 27 ottobre) il Ddl Zan, la legge sul contrasto alla violenza e alla discriminazione per motivi legati al sesso, al genere, all’orientamento sessuale e all’identità di genere promossa dall’omonimo deputato dem. In Aula è passata la “tagliola” chiesta da Fratelli d’Italia e Lega, approvata con scrutinio segreto con 154 voti a favore, 131 contrari e 2 astenuti.

Una discussione sul tema dell’omotrasfobia potrà essere ripresentata in commissione non prima di sei mesi, ma in virtù della procedura speciale odierna dovrà farlo necessariamente con un nuovo testo.

Mentre a Palazzo Madama, in particolare all’interno del Partito Democratico, è partita la caccia ai franchi tiratori, è arrivato il commento durissimo del presidente di Arcigay Bergamo Cives, Marco Arlati, per il quale la legge è ormai morta. «In questo memento ho una grande tristezza e rabbia – commenta amareggiato -. I numeri della votazione con cui il Senato ha affossato questa mattina il testo Zan contro l'omotransfobia sono inesorabili: la nostra classe politica è in larga maggioranza omofoba».

Arlati, che fa parte anche della segreteria nazionale di Arcigay, si è detto deluso «da Forza Italia e Italia Viva, che alla Camera avevano votato a favore del testo», così come «dalla vigliaccheria dei senatori che hanno chiesto il voto segreto», ossia Roberto Calderoli (Lega) e Ignazio La Russa (FdI).

Ma una parte di responsabilità andrebbe ricercata anche all'interno delle forze politiche in cui militano i parlamentari firmatari del testo, anche perchè il PD si è opposto nei mesi scorsi a ogni tentativo di mediazione.

«Come presidente e componente di segreteria nazionale Arcigay – conclude Marco Arlati - ho visto violenze sia fisiche che verbali contro la comunità Lgbti+ senza avere una legge che potesse proteggerci e questo parlamento non è stato all'altezza delle sfide di questo tempo. L'argine all'omotransfobia continueranno a porlo il Paese, i cittadini e le cittadine, le reti informali, le associazioni. Non lo Stato che ancora una volta si gira dall'altra parte. Ringraziamo chi si è battuto. La storia ricorderà questo momento come una pagina vergognosa della politica italiana e dei senatori della Repubblica».

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