Ancora trasformazioni per l'ex Ismes (oggi Cesi): «Cambio di casacca pronto per 44 lavoratori»
Interessati i lavoratori di Seriate. Cisl: il Cda ha approvato il conferimento di un ramo di azienda a un’altra società con sede a Roma
«A Seriate deve rimanere una direzione di peso, con la figura di un direttore tecnico, per evitare, un domani, di vedere trasferito tutto il marchio a Guidonia». È la richiesta avanzata dalla Flaei Cisl ai dirigenti di Cesi, l’ex Ismes, dopo aver saputo che, di fatto, quarantaquattro lavoratori in forza a Seriate, su un totale di cinquanta addetti, entreranno a far parte della Istedil di Guidonia, un comune di provincia di Roma.
«Il solito fulmine a ciel sereno – commentano i sindacati - con il preavviso di un giorno, le Rsu di Cesi sono state convocate dalla direzione per informarle dell’operazione, già approvata dal consiglio di amministrazione, del conferimento di un ramo di azienda da Cesi verso un’altra società del gruppo, la Istedil, che interesserà i colleghi del reparto d’ingegneria civile».
La decisione dell’azienda, al centro di un incontro avvenuto ieri (mercoledì 24 novembre) con le categorie sindacali di Cgil, Cisl e Uil, è stata motivata con l’opportunità di far fronte all’offerta di lavoro che i progetti legati al Pnrr favoriranno nei prossimi anni, creando una società più snella per le esigenze del mercato.
«Peccato che Istedil – osservano dalla Flaei Cisl –, anche con l’inserimento delle forze che arriveranno da Seriate, non sia pronta per aggredire il nuovo mercato. Dovremo competere con lavori e attività che non sono specifici della nostra attività: è una scelta che lascia perplessi lavoratori e sindacati. All’incontro abbiamo fatto richieste e posto domande anche su altri aspetti, per noi non secondari».
I sindacati chiedono, in particolare, che il contratto di riferimento resti quello degli elettrici, e non degli edili (a Guidonia si applica il Ccnl edilizia ndr). Infine, ritengono che debba essere inserita una clausola di garanzia occupazionale, che tuteli i lavoratori in caso di insuccesso della nuova società. Richieste sulle quali l’azienda si è riservata di pronunciarsi durante il prossimo incontro, già fissato per martedì 30 novembre.
“Abbiamo chiesto alla direzione di convocare i lavoratori interessati per comunicare a tutti i dettagli dell’organizzazione futura e le prospettive – riferiscono fonti della Rsu -, in modo da poter trasferire quanto di positivo ritengono ci possa essere in questo tipo di operazione, che allo stato attuale delle nostre conoscenze non riteniamo di poter condividere, anche alla luce di analoghe esperienze passate da Ismes».