L'omaggio di Gianriccardo Piccoli a Giovan Battista Moroni (l'arte scavalca i secoli)
Moroni sequel: dieci grandi opere nate nate dal confronto ossessivo con il capolavoro della Crocifissione esposte nella chiesa di San Bartolomeo
di Fabio Gualandris
Moroni Sequel, personale di Gianriccardo Piccoli, è il terzo e ultimo evento espositivo inserito nel progetto culturale “Moroni 500”, percorso di scoperta e valorizzazione del Maestro del Rinascimento Giovan Battista Moroni, a 500 anni dalla sua nascita. L’inaugurazione dell’evento espositivo sarà oggi, sabato 11 dicembre, alle 17 nella suggestiva cornice della chiesa di san Bartolomeo ad Albino.
L’artista Gianriccardo Piccoli presenta per la prima volta, nella mostra curata da Giuseppe Frangi, la sequenza di dieci opere, nate nel suo studio dalla volontà di un confronto con un capolavoro unico: la Crocifissione (Crocifisso con i santi Bernardino e Antonio da Padova) che Moroni eseguì per la sua chiesa di san Giuliano ad Albino. Un “Sequel” del capolavoro assoluto del sacro di Moroni: un “unicum ossessivo” di dieci variazioni esistenziali della sconvolgente Crocifissione di Albino, per portare in luce un’«energia concettuale» che unisce attraverso i millenni le solitudini degli uomini e della natura.
A rendere quest’opera una visione che attraversa il tempo è la capacità di Moroni di mettere in scena la consonanza tra la natura e le vicende terrene e anche ultraterrene: il Crocefisso si innalza solo e immobile in un paesaggio plumbeo, agitato dal vento che preannuncia la tempesta, portando dentro il dipinto anche l’aria della Val Seriana, carica di vibrazioni, di umori e di inquietudini.
È proprio questo sentimento del dramma del e nel paesaggio che arriva alla contemporaneità di un autore sensibile come Gianriccardo Piccoli che proprio sul Crocifisso albinese e sui suoi “umori terreni” confessa di aver sviluppato un confronto esistenziale che è diventato una piccola grande ossessione. Dal 2017 inizia così a generare visioni da questo dipinto e a comporre una sequenza di variazioni esistenziali, non di certo iconografiche, che oggi, nella mostra “Moroni Sequel”, ha l’opportunità finalmente di dialogare a tu per tu con l’archetipo originale moroniano. Non a caso, al Sequel esposto nella chiesa di San Bartolomeo si aggiunge la primissima visione di Piccoli sull’opera di Moroni, esposta nella chiesa di San Giuliano accanto al suo “doppio” moroniano. Nel Sequel di Piccoli, composto da “fotogrammi” realizzati su supporti diversi con un materiale naturale quale il carbone organico, il dramma dell’uomo permea quello della natura e viceversa. (...)