Tra Calcio e Lugano

Riciclaggio di denaro: a processo Luca Siriani, i familiari e un assessore di Lugano

10 milioni di euro sequestrati in tutto: il denaro veniva rimbalzato tra diversi paradisi fiscali

Riciclaggio di denaro: a processo Luca Siriani, i familiari e un assessore di Lugano
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Sono sei le persone mandate a processo ieri (mercoledì 15 dicembre) dal gup Maria Beatrice Parati per i presunti reati fiscali commessi da Luca Sirani, noto imprenditore di Calcio. L'udienza è stata fissata per l'aprile 2022: in aula oltre a lui compariranno la moglie Isabella (che secondo il pm Carmen Santoro sarebbe anche l'ideatrice del sistema di riciclaggio), i suoceri Pierina Pesenti e Innocente Sirani (stesso cognome del genero), il fratello di quest'ultimo Fausto e infine anche un assessore del Comune di Lugano, Tiziano Galeazzi.

Secondo quanto riportato dal Corriere Bergamo Galeazzi, commercialista, nel 2016 consigliere comunale a Lugano e deputato del Gran Consiglio del Ticino, iscritto all'Unione democratica di centro (un partito che, nonostante il nome, è in realtà dell'ala di destra nazionalista) e da settembre 2021 assessore della Giunta di Lugano, è imputato per riciclaggio aggravato in concorso.

Dello stesso reato è accusato anche il collega Roger Maibach: entrambi avrebbero commesso degli illeciti per permettere alla famiglia Sirani di riciclare ingenti quantità di denaro che rimbalzavano da Calcio a Singapore, San Marino, le Isole Marshall e la Svizzera. Cinque anni fa, quando iniziò la vicenda giudiziaria, furono infatti sequestrati 10 milioni di euro su vari conti elvetici, mentre attualmente sotto sequestro si trovano ancora 5 milioni.

Entrambi i commercialisti sostengono di non aver commesso alcun illecito e le loro difese avevano chiesto il proscioglimento. L'Accusa invece ritiene che i «magazzini di mele» di cui Galeazzi parlava al telefono fossero i depositi di denaro da riciclare. La difesa dei Sirani aveva invece avanzato all'inizio una richiesta di patteggiamento, respinta dalla Procura in quanto le pene suggerite dagli avvocati erano ritenute troppo lievi.

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