Saletta studio comunale solo a pagamento: polemiche a Treviglio
La nuova sala studio di piazza Garibaldi intitolata a Clementina Borghi, a Treviglio, sarà accessibile a pagamento. Non tutti sono d'accordo...
La nuova sala studio di piazza Garibaldi intitolata a Clementina Borghi, a Treviglio, sarà accessibile a pagamento. Martedì sera della scorsa settimana è stata respinta la mozione dell’opposizione che chiedeva di renderla gratuita, visto che viene destinata soprattutto ai ragazzi.
Quota simbolica "per responsabilizzare i ragazzi"
La decisione di prevedere una quota dal prossimo aprile, come ha sottolineato più volte il sindaco Juri Imeri, è stata presa per responsabilizzare gli utenti. Durante il dibattito è però emerso che la sala studio è stata realizzata grazie soprattutto a fondi governativi. «Per poterla mettere a disposizione - ha sottolineato la capogruppo del Pd Matilde Tura - la comunità trevigliese negli anni ha acquistato e ristrutturato l’Ex Upim. Inoltre, ha incassato 160 mila euro dal Governo, come fondo per fronteggiare l’emergenza pandemica. Lo spazio è costato 190 mila euro, quindi vuol dire che l’85% della spesa è stata coperta. Non penso che siano i 10 euro a rendere responsabile il ragazzo che lo utilizza. Questo è un regolamento inopportuno e stride l’intitolazione alla professoressa Borghi, a cui è dedicato un lascito agli studenti meno abbienti e penso che ora si stia rivoltando nella tomba».
Anche l'associazione Clementina Borghi contraria
Sull’argomento si è espressa anche l’associazione culturale che porta il nome di Clementina Borghi, che ha criticato la decisione di far pagare l’ingresso e ha accusato l’Amministrazione di aver depauperato il lascito della ex preside. «Ci pare una mercificazione dell’attività sociale e culturale che sta diventando un routine quotidiana che impedisce il successo delle diverse iniziative - è scritto in una nota del sodalizio - Ci adombra ancora di più constatare come questo sistema del mercenario scambio di denaro invada campi e settori che dovrebbero essere sostenuti anziché avviliti da un’amministrazione vorace e venale: devono essere sostenute e non divenire fonti di profitto la cultura, l’attività sociale che caratterizza una città e da ossigeno ad una popolazione che invecchia, l’educazione e la formazione dei giovani, futuri cittadini di questa società, ai quali oggi viene richiesto molto a cominciare dalla soluzione di tutti quegli errori commessi da precedenti generazioni. Temiamo che questo spazio non abbia lunga durata e che diventi un tentativo un po’ raffazzonato e non un investimento nel futuro degli adolescenti».
Parole che il sindaco, in Aula, ha bollato come «balle». «Vorrei avere da loro il lungo elenco di esempi di attività sociali e culturali il cui successo è stato messo in discussione dalla mercificazione che questa Amministrazione ha messo in atto - ha replicato Imeri - Il lascito, inoltre, è garantito e continuerà ad aiutare gli studenti nel rispetto delle volontà testamentarie di Clementina Borghi».