La tappezzeria Roncalli in via Tasso La qualità artigianale, da un secolo
Una bottega d'altri tempi. Un luogo dove da padrone la fanno scampoli di tessuti preziosi, qualche telaio di grandi poltrone appese al muro, cinghie elastiche ed imbottiture per sedute fatte ad arte, firmate dalla tappezzeria Roncalli. A Bergamo, in via Tasso 36, in un piccolo cortile che è un inno all'artigianato, lavora Matteo, titolare di terza generazione dell'azienda di famiglia. Tessuto alla mano e tanta esperienza, il giovane realizza ciò che veste la casa più di qualsiasi altro altro dettaglio, proponendo tendaggi abbinati ad eleganti tappezzerie o rivestimenti che trasformano letteralmente una vecchia poltrona in un pezzo d'arredamento moderno.
Sugli scaffali di questa bottega, dove il pavimento ricorda i primi anni del Novecento e ogni macchinario ha una storia, sfilano i campionari di tendaggi stampati, pannelli, lavorazioni in rilievo conosciute come devorè, ricami ajour, fil coupè, tendaggi classici, jacquard. E ancora, piccoli campioni di tessuti romantici, di tende di lino, di taffetas proposti in 70 colori, di tendaggi in tulle ricamato, in lino ecologico o in tessuti naturali come la seta.
L'eleganza si fa anche personalizzazione, con la proposta di un ricamo su misura, che può essere un'iniziale, o una frase intera. Tutto è realizzato secondo i criteri di qualità ed artigianalità assolutamente Made in Italy. «È da dieci anni che svolgo questo mestiere, un lavoro che ho vissuto fin dall'infanzia – racconta Matteo Roncalli, un ragazzo appassionato del proprio lavoro -. Prima di me, infatti, titolare era mio padre Bruno, che a sua volta aveva ereditato l'azienda fondata da mio nonno Annibale, nella prima metà del Novecento. Da sempre, il nostro standard è dettato da una qualità molto alta, e siamo molto attenti alla provenienza dei tessuti, rigorosamente inglesi o italiani, che acquistiamo solo da fornitori storici. L'essenziale è che tutto ciò che esce da questo laboratorio sia fatto ad arte, con criterio e attenzione ai materiali, dai rivestimenti alle imbottiture, che vogliamo siano assolutamente naturali». La qualità dunque come arma contro la crisi.
Mentre parla, Matteo cammina lungo il laboratorio dove grandi scampoli di tessuto, l'uno appoggiato all'altro, decorano le alte pareti. Un antico e grande tavolo di legno, con il bordo tutto percorso da un metro, riposa nella prima stanza, in compagnia di una taglia e cuci, di una macchina da cucire e un'asta su cui sono appesi metri di cerniere, necessarie per i rivestimenti sfoderabili. Segue un'altra stanza, e poi un'altra ancora, dove un'elegante poltrona ancora da terminare sta ritta e vanitosa su un tavolo, rivolta verso una parete colma di cassettini con accessori per tendaggi, come rondelle, anelli, perni e tirax.
Nel laboratorio non c'è un profumo ben definito, ma certo l'atmosfera è quella di altri tempi, quando tutto veniva fatto a mano, con cura e pazienza. «Il lavoro del tappezziere è davvero molto bello – conclude Matteo Roncalli, con voce sincera – perché è vario. Raramente, infatti, lo stesso lavoro dura più di tre giorni. È un mestiere prezioso per molti aspetti, ma tra i principali inserirei il fatto che stimola la creatività e nutre l'inventiva». Una soddisfazione quotidiana dunque, uno spunto che speriamo possa essere utile a chi, ancora giovanissimo, deciderà di percorrere la strada degli antichi mestieri.