Inchiesta Covid, depositata la relazione di Crisanti: «Ad Alzano già 100 contagi quando fu scoperto il primo»
Il lavoro del microbiologo servirà a chi indaga per individuare eventuali responsabilità nella gestione della prima ondata della pandemia
Il giorno tanto atteso per la consegna della maxi consulenza affidata ad Andrea Crisanti è finalmente giunto. Questa mattina, venerdì 14 gennaio, il microbiologo dell’Università di Padova si è presentato in Procura a Bergamo per consegnare la relazione affidatagli dai magistrati nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione del Covid.
La perizia di Crisanti, al quale era stato assegnato l’incarico di consulente tecnico, potrà servire agli inquirenti per stabilire eventuali responsabilità di Regione Lombardia o del Governo e per chiarire gli interrogativi rimasti aperti in merito alla mancata istituzione della zona rossa in Val Seriana, alla non applicazione del piano pandemico e alla gestione dell’ospedale di Alzano Lombardo quando venne diagnosticato il primo caso di Covid in provincia, il 23 febbraio 2020.
Secondo Andrea Crisanti però il giorno d’inizio della pandemia in Italia e in Bergamasca dovrebbe essere retrodatato. «Quando fu scoperto il primo paziente – ha dichiarato ai giornalisti presenti in piazza Dante - all’ospedale di Alzano c’erano già 100 persone contagiate».
L’auspicio del microbiologo è che il suo lavoro, una perizia di un centinaio di pagine costruita analizzando per circa un anno e mezzo migliaia di documenti, possa essere d’aiuto a chi indaga per tentare di ricostruire ciò che è accaduto in una provincia che ha visto l’aumento della mortalità più alto al mondo, +570%.