Colognola: residenti preoccupati per il deterioramento del sottopasso in via Azzano
I timori legati alla manutenzione del viadotto autostradale sono stati espressi sul notiziario mensile diffuso dalla parrocchia
Sopra l’armatura del calcestruzzo del viadotto autostradale in via per Azzano, a Colognola, sono ben visibili i segni della ruggine. Così come lo sono le macchie, o lo è il grado di deterioramento delle travi di sostegno, oppure come lo è anche il calcestruzzo ormai eroso sulle spalle del ponte.
Inizia a destare qualche preoccupazione tra la gente del quartiere lo stato di salute del sottopasso dell’autostrada A4, tanto che nella rubrica Colognola segnala, inserita nel notiziario mensile diffuso dalla parrocchia, si sottolinea la necessità di intervenire per ripristinarne al più presto le parti ammalorate.
La condizione di degrado della struttura, inoltre, secondo quanto riportato sull’opuscolo, si aggraverebbe ogni volta che si verificano forti temporali, visto che «quando piove passare sotto il ponte è come stare sotto una doccia». Fattore che contribuisce a ossidare ulteriormente il ferro contenuto nel ponte. La manutenzione però, è bene specificarlo, non competerebbe al Comune, bensì ad Autostrade. Tuttavia, segnalano i residenti della zona, l’Amministrazione potrebbe sollecitare un intervento da parte della società autostradale «così come fatto per il sottopasso di via Stezzano».
Il notiziario parrocchiale evidenzia un’ulteriore criticità: l’abbandono di una porzione dell’area ex Molini Moretti, in via Rampinelli, oggetto di una lottizzazione rimasta incompiuta. Un luogo in cui, attraverso un varco aperto sulla recinzione esterna, qualcuno entrerebbe nel cantiere per bivaccare, abbandonando poi i rifiuti.
In vista della redazione del nuovo Pgt la rete sociale di Colognola ha chiesto che venga rivisto il «Piano di intervento integrato – si legge nel mensile – fortemente avversato dall’allora Circoscrizione 7 per l’eccessiva volumetria prevista dalla lottizzazione in rapporto alla sua posizione». Anche perché buona parte degli appartamenti costruiti negli ultimi dieci anni sono rimasti sfitti.