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Difesa a quattro o a tre, la duttilità sta diventando una grande arma per Gasperini

Non è necessario fissarsi su un solo modulo, anche e soprattutto se la squadra (con tante assenze) risponde alla grande

Difesa a quattro o a tre, la duttilità sta diventando una grande arma per Gasperini
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di Fabio Gennari

Dal punto di vista tattico, la novità vista nella gara contro l'Inter merita grande attenzione. Non è la prima volta che la Dea scende in campo con una linea a quattro davanti al proprio portiere, ma non era praticamente mai capitato di vedere questo atteggiamento contro una grande squadra, per giunta con gli uomini contati e quindi in emergenza sia dal punto di vista delle assenze che da quello che delle alternative, praticamente nulle, in panchina.

Con un solo esterno rimasto a disposizione (Pezzella), il tecnico della Dea ha mandato in campo il centrocampo migliore possibile (de Roon, Freuler e Koopmeiners), oltre a Pasalic e Pessina dietro Muriel. Con questo tipo di disposizione tattica, la difesa è più protetta e anche se davanti c'è meno propulsione le occasioni sono comunque arrivate. E poi c'è il nodo equilibrio nei novanta minuti: partire a spron battuto può essere divertente quando le gare si mettono bene, ma contro Milan e Roma, tanto per fare due esempi, la gara è iniziata male e finita peggio anche per un atteggiamento che forse poteva essere meno aggressivo e impetuoso.

La presenza in rosa di giocatori che possono permettere di reggere il centrocampo a tre permette poi alla squadra di cercare anche combinazioni nuove. Gli esterni di Gasp sono sempre stati da applausi, ma non c'è solo un modo di giocare e forse è ancora più importante mettere in pratica questa capacità di essere sempre duttili per cambiare pelle pure dentro la stessa partita. Se ci sono disponibilità e voglia di sacrificarsi per il compagno, tutto è possibile.

In questo momento, la squadra non è al completo. Quando rientreranno tutti il gruppo sarà attrezzato sia per giocare a tre che a quattro davanti a Musso. In base alla partita e all'avversario, ma anche durante gli stessi novanta minuti, non è escluso che sarà necessario cambiare e saperlo fare diventa un grande vantaggio. L'unica vera difficoltà è capire quando si deve provare a cambiare pelle, ma qui entriamo nella sfera delle competenze del Gasp. Visti i suoi trascorsi, c'è davvero più di un motivo per fidarsi ciecamente.

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