i dati del Ministero

Dal 2016 in Bergamasca depositati 2.027 contratti di detassazione (più di 300 all'anno)

La contrattazione di secondo livello tocca 55 mila lavoratori delle aziende bergamasche

Dal 2016 in Bergamasca depositati 2.027 contratti di detassazione (più di 300 all'anno)
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Dal 2016 al 2021 in provincia di Bergamo sono stati depositati 2.027 contratti per detassazione, con una media superiore ai 300 all’anno. Di questi, il 28 per cento ha riguardato accordi territoriali, mentre il 72 per cento aziendali.

Dei contratti depositati di detassazione ne sono ancora attivi 394 (31 territoriali e 363 aziendali): l’1 per cento riguarda accordi nel settore dell’agricoltura, il 56 per cento nell’industria e il 43 per cento nei servizi. È il panorama che emerge dai dati forniti dal Ministero del lavoro, a testimonianza dell’attività di contrattazione svolta in Bergamasca.

«Potremmo dire utilizzando uno slogan caro alla Cisl - commenta il segretario provinciale Danilo Mazzola - che “contrattare è il nostro mestiere”. I dati ministeriali relativi all’attività contrattuale di secondo livello, in aggiunta al contratto nazionale, lo confermano. L’azione del sindacato ha permesso di mantenere il potere di acquisto in quelle aziende dove la sua presenza è consolidata, coscienti che un buon accordo aziendale che si basa su obiettivi chiari e ben definiti porta benefici ai lavoratori e alle imprese».

I lavoratori coinvolti nelle aziende bergamasche sono 55.683: nel 68 per cento dei casi riguardano lavoratori impegnati nell’industria, nel 31 per cento dei servizi e nell’1 per cento dell’agricoltura, con un premio medio annuo di poco superiore ai 1.470 euro. Inoltre, sono stati sottoscritti 49 contratti di prossimità, che prevedono possibilità di deroga a leggi e contratti e che hanno come finalità una maggiore occupazione, incrementi di competitività, di salario, fino all’adozione di forme di partecipazione dei lavoratori o di crisi aziendali e occupazionali.

Nel complesso sono state raggiunte 88 intese prevedono incentivi fiscali, con procedura automatica, introdotti nella forma di credito d’imposta per le spese di formazione del personale dipendente nel settore delle tecnologie.Sono invece 12 i contratti aziendali stipulati da agosto del 2020 che prevedono la possibilità di accordi collettivi aziendali, con incentivi alla risoluzione del rapporto di lavoro, limitatamente ai lavoratori che aderiscono volontariamente all’accordo con diritto alla Naspi.

«Non dobbiamo dimenticarci dei lavoratori meno tutelati – conclude il sindacalista -. È sempre più urgente e necessario un sostegno forte alla contrattazione, partendo dal secondo livello, ma estesa alla maggioranza dei lavoratori. Come sempre più urgente è l’incentivazione al lavoro stabile e di qualità, senza demonizzare gli strumenti di flessibilità o d’inserimento lavorativo, andando a rivedere forme contrattuali potenzialmente meno tutelanti come i tirocini».

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