Iscrizioni delle imprese in Bergamasca: il 2021 si chiude con 94.595 sedi registrate
L'andamento dell'ultimo decennio è decrescente, con un crollo nel 2020. Ma il valore dell'anno scorso si colloca al di sopra della linea di tendenza
I dati economici del quarto trimestre del 2021 per la provincia di Bergamo hanno proseguito lungo la scia dei due trimestri precedenti, confermando la crescita relativa al saldo delle imprese attive.
Secondo l’analisi diffusa dalla Camera di Commercio di Bergamo il periodo si è chiuso con 94.595 sedi d’imprese registrate in provincia di Bergamo: le iscrizioni sono state 1.205, in aumento del 6,3% su base annua. Le cessazioni non d’ufficio invece sono state 1.322, segnando una variazione tendenziale positiva su base annua del 4,1 per cento. Il saldo complessivo risulta negativo, pari a -117 unità.
«Le iscrizioni trimestrali non erano così numerose dalla fine del 2017 – commenta il presidente Carlo Mazzoleni -. Dopo il crollo che si è verificato nel 2020, il numero totale delle imprese iscritte nell’intero 2021 è maggiore del dato atteso, considerando i dati dell’ultimo decennio. È però prematuro pensare ad un'inversione di tendenza».
L’analisi dei singoli settori
Nella nostra provincia i servizi rappresentano il 38,4 per cento delle imprese attive, seguiti dal commercio (22,3 per cento), dalle costruzioni (20,7 per cento) e dalla manifattura (12,7 per cento).
In relazione allo stesso trimestre del 2020 hanno mostrato una crescita i servizi (639 aziende in più), l’agricoltura (79 in più), le costruzioni (170 in più) e il commercio (83 in più) mentre sono diminuite le imprese attive nella manifattura (61 in meno).
Il settore dei servizi mantiene il primato anche riguarda al tasso di natalità, con l’1,1 per cento, ma si distinguono positivamente anche le costruzioni (1 per cento) e il commercio (0,8 per cento). Osservando invece il tasso di mortalità, è l’agricoltura a segnare il valore minore, pari allo 0,7 per cento. Sono maggiori i tassi di mortalità delle costruzioni e dei servizi (entrambi 1,6 per cento), del commercio (1,4 per cento) e della manifattura (1,4 per cento).
In relazione alla natura giuridica, l’impresa individuale risulta la forma più diffusa, con un’incidenza del 52,9 per cento sulle aziende totali attive. Seguono le società di capitali (29,9 per cento), le società di persone (15,1 per cento) e le altre forme giuridiche (2,2 per cento).
Le imprese artigiane
Al termine del quarto trimestre del 2021 risultano essere 30.115 le imprese artigiane registrate. I dati di flusso mostrano un aumento su base tendenziale: le nuove iscrizioni sono 407 (+18,3 per cento su base annua) e le cessazioni non d’ufficio sono 420, con una variazione positiva pari al 9,7 per cento su base annua. Il tasso di natalità registra l’1,4 per cento, mentre quello di mortalità segna l’1,6 per cento.
L’analisi dei settori economici mostra che il numero maggiore delle imprese artigiane attive si concentra nell’ambito delle costruzioni (13.446, pari al 44,8 per cento di quelle attive totali), dei servizi (8.369 pari al 27,9 per cento), della manifattura (6.543 pari al 21,8 per cento) e del commercio (1.552 pari al 5,2 per cento). In relazione allo stesso trimestre dell’anno scorso crescono i servizi (+81), il commercio (+15) e le costruzioni (+32). Diminuisce, invece, la manifattura (-104).