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Per ottenere il Green Pass i no-vax si sono inventati la truffa dei "falsi positivi"

Una persona positiva viene incaricata di fare un tampone mostrando la tessera sanitaria dell’amico no-vax, negativo al Covid. Trascorsa la quarantena il no-vax riceve il Green Pass pur senza essere immunizzato

Per ottenere il Green Pass i no-vax si sono inventati la truffa dei "falsi positivi"
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Accanto alla compravendita online di documenti falsi, per ottenere il super Green Pass senza vaccinarsi e senza aspettare di ammalarsi i no-vax si sono inventati quella che è stata chiamata la tuffa dei "falsi positivi”. Il meccanismo è semplice e ingegnoso e si fonda sulla constatazione che, quasi sempre, l’unico documento richiesto quando si fa un tampone in farmacia o in un drive-thorugh è la tessera sanitaria, non la carta d’identità.

In buona sostanza una persona positiva al Covid si offriva di andare in farmacia a fare un tampone portando con sé la tessera sanitaria dell’amico no-vax. Effettuato il test e ricevuto il referto, a questo punto, il vero possessore della tessera sanitaria risulterà positivo al Covid (pur non essendolo realmente). Dopo dieci giorni, se il tampone di fine isolamento sarà negativo, questa persona riceverà automaticamente il Green Pass pur senza aver sviluppato alcun tipo di anticorpi.

Questo stratagemma avrebbe sulla carta un ulteriore vantaggio: nel caso in cui la persona positiva al Covid “incaricata” dai no-vax di fare il tampone al posto loro abbia in tasca più tessere sanitarie non proprie, potenzialmente, presentandosi in diverse farmacie, può agevolare l’emissione delle certificazioni per un gran numero di persone non immunizzate.

Non si sa quanti bergamaschi abbiano ottenuto il Pass attraverso questa truffa. Ma nelle ultime settimane i carabinieri del Nas stanno effettuando controlli nelle farmacie e nei punti tampone di tutto il Nord Italia, Bergamasca compresa. Nella nostra provincia i militari starebbero indagando su una ventina di casi sospetti. Nel frattempo è stato chiesto a chi esegue i test di controllare anche la carta d’identità di chi si presenta negli hub, soprattutto delle persone che risultano positive o che devono eseguire il tampone di guarigione.

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