10 frasi educative in bergamasco
Sicuramente è passato di moda, ma fa ancora sorridere il vecchio "Cassa dèt ol có ‘n césa"
di Vecchio Daino
Se abbiamo un’indole e un carattere che ci accomunano, forse è perché, al di là del codice genetico, abbiamo ricevuto una educazione molto simile, impartita da genitori che poco amavano i lunghi discorsi, ma sapevano farsi capire con uno sguardo. O anche qualcosa di più fisico, dipendeva dai momenti. Se siamo quello che siamo, nel bene o nel male, lo dobbiamo loro.
1. Fà ‘ndà chi mà
L’invito, non sempre amabile, a occuparci con solerzia e dedizione a un’occupazione manuale, spesso faticosa. Risuona ancora nelle orecchie di ciascuno di noi ogni mattina, a decenni di distanza. [Trad.: Fai andare quelle mani]
2. À mia ‘n giro bióta/cóme ü slandrù
Vestirsi secondo un preciso codice etico ed estetico era d’obbligo, anche per chi aveva pochissime disponibilità economiche. Lo scopo ultimo era quello di non compromettere la dignità della stirpe. [Trad.: Non andare in giro nuda / disordinato]
3. Col maià s’ischèrsa mia
Secoli di fame ci hanno radicato nel profondo il disprezzo per qualsiasi forma di spreco alimentare. Bastava quindi vederci trastullare con un pezzo di pane per scatenare l’ira paterna o materna. [Trad.: Col mangiare non si scherza]
4. Quàrcet zó
Detto alle ragazze era un invito alla pudicizia, ma riferito a entrambi i sessi ci invitava a proteggerci dai rigori dell’inverno. Per questo molti di noi non mollano il gulfì fino a giugno. [Trad.: Copriti]
5. Tö mia fò ‘l dé per la nòcc
Siccome è noto che de nòcc i và ‘ntùren dóma i lóch, di notte circolano solo gli allocchi, è meglio ritirarsi presto nel proprio domicilio. La sveglia mattutina all’alba per noi è di rigore. [Trad.: Non prendere il giorno per la notte]
6. Dàga mia del té ai vésse
È facile lasciarsi andare nelle spire di un vizio. È giusto quindi provvedere sin da piccoli, stroncando sul nascere le tentazioni. Non sempre però il proposito va a buon fine, come sembra dimostrare la nostra storica inclinazione per il vino. [Trad.: Non dare del tu ai vizi]
7. Cassa dèt ol có ‘n césa
La religiosità si respirava in ogni famiglia, sin dalla più tenera età. La visita in chiesa faceva parte delle abitudini quasi quotidiane, anche solo per una breve avemaria. È un’abitudine che alcuni di noi coltivano ancora, magari nell’intimo della propria stanza. [Trad.: Metti la testa (fai una visita) in chiesa]
8. Dàga ‘scólt a la tò màder (al tò pàder)
Era un consiglio dei parenti o degli amici più vecchi e saggi. Che noi il più delle volte ignoravamo, per poi ritrovarci dall’altra parte della barricata. E scoprirci a pronunciare la stessa frase. [Trad.: Dai ascolto a tua madre (a tuo padre)]
9. Fà mia ‘l bambòss
Difficile definire l’ampia area di comportamenti che rientrano nelle attività del bambòss. Per non sbagliare, conveniva semplicemente comportarsi in modo serio e onesto. Sembra che adesso non sia più così semplice. [Trad.: Non fare lo stupido]
10. Fàs mia ardà dré
Anche questa è un’indicazione complessa, che ha come fondamento la necessità di adottare atteggiamenti che non siano fonte di imbarazzo per i propri genitori. Come risultato possiamo scendere a compromessi su tutto, ma non sulla dignità. [Trad.: Non farti guardare dietro (sparlare alle spalle)]