Carabinieri accoltellati a Nembro, l'aggressore ha tentato di espatriare due volte
È stato tradito dal segnale emesso dal cellulare. La prima volta aveva tentato di raggiungere Parigi in treno. Era nascosto nel buio, a ridosso di un pilone dell’autostrada
È stato tradito dal segnale emesso dal proprio cellulare il pregiudicato marocchino ritenuto essere l’autore dell’accoltellamento di due carabinieri, avvenuto giovedì scorso (3 febbraio) sera a Nembro.
Il giovane è stato fermato e arrestato dai carabinieri del nucleo investigativo di Bergamo domenica a Bardonecchia, mentre stava cercando di fuggire in Francia. È accusato di tentato omicidio, resistenza e porto di arma bianca
L’aggressore aveva cercato inizialmente di raggiungere Parigi in treno, ma controllato a Modane dalla polizia francese è fuggito una seconda volta, tornando in Italia e facendo sì che le centraline agganciassero nuovamente il segnale della sua utenza telefonica. Così i militari bergamaschi, affiancati dai colleghi del luogo, hanno esteso le ricerche nelle aree montane attigue al valico, rintracciando il trentaseienne: era nascosto nel buio, a ridosso di un pilone dell’autostrada. Lo hanno bloccato prima che riuscisse ad oltrepassare la frontiera con la Francia.
Il fuggitivo è stato portato al comando compagnia dei carabinieri di Susa, prima di essere trasferito in carcere a Torino dove è detenuto a disposizione dell’autorità giudiziaria per la convalida del fermo e il prosieguo delle indagini preliminari in corso.
L’aggressione e la fuga
Il trentaseienne giovedì sera aveva reagito brutalmente a un controllo antidroga in borghese eseguito in località Saletti, nel sottopasso della Teb, da due carabinieri di 24 e 26 anni affiancati da altri due colleghi della stazione di Albino. Il marocchino, già noto alle forze dell’ordine, sentendosi messo alle strette, ha estratto un coltello e ferito un militare alla base dell’emitorace sinistro e il secondo al deltoide, prima di fuggire a piedi nel buio.
Soccorsi dai colleghi, i militari feriti sono stati stabilizzati dagli operatori del 118 e portati in ambulanza all’ospedale Papa Giovanni XXIII. Qui il giovane rimasto ferito al torace è stato sottoposto a un delicato intervento di angioplastica, necessario a fermare la grave emorragia interna e scongiurare il pericolo di vita. L’altro militare ferito è stato medicato e sottoposto ad accertamenti sanitari prima di essere dimesso con una prognosi di trenta giorni.
Le ricerche dell’aggressore erano state avviate immediatamente e si erano concentrate inizialmente nelle aree limitrofe al luogo dell’accoltellamento con l’impiego di oltre venti pattuglie dell’Arma, supportate dai colleghi liberi dal servizio. Era stata perquisita anche l’abitazione del ricercato, ma all’interno dell’immobile non era stato trovato nessuno.