10 frasi in bergamasco sui rincari delle bollette
Per chi può, di questi tempi, "Mè ‘ndà a lègna"
di Vecchio Daino
Se c’è una cosa che ci accomuna tutti, nel senso che tendiamo a provare lo stesso sentimento, è l’avversione per gli esborsi che riteniamo sproporzionati o ingiusti. Veramente siamo inclini a soffrire anche per quelli giusti, ma questo è un altro discorso. Certo è che le lamentazioni di fronte alle bollette energetiche di quest’anno non sembrano frutto della nostra innata parsimonia. Per una volta, invece, sembrano giustificate.
1. I è töte tasse
Chi è abituato ad analizzare le bollette, da sempre sostiene che il costo delle risorse energetiche in sé è irrisorio, o quasi. Il resto sono le famigerate accise, che riteniamo gabelle medievali. [Trad.: Sono tutte tasse]
2. ‘Ndó mia a robà
È la classica esclamazione che accompagna qualsiasi attentato al nostro patrimonio, dall’acquisto di un vestito alla fornitura, appunto, di energia elettrica e gas. Lo diciamo per far capire quanto la nostra proverbiale rettitudine sia messa a dura prova. [Trad.: Non vado a rubare]
3. Mè ‘ndà a lègna
Il ricorso ai sistemi di riscaldamento di una volta può essere una soluzione, ma solo dove è concesso, e in presenza di notevoli quantità di legname. Una via di uscita non percorribile da tutti, ormai. [Trad.: Bisogna utilizzare la legna]
4. I me cósta piö del fécc
Il paragone purtroppo non è così iperbolico. C’è chi ha speso in un mese l’equivalente di una pigione, pur non vivendo in una reggia. E adesso sta pensando a come far quadrare i conti. [Trad.: Costano più dell'affitto]
5. Gh’è de mèt i panèi söl tècc
I più moderni tra noi pensano a soluzioni ormai diffuse, in grado di liberarci dalla schiavitù della fornitura di terzi. Anche in questo caso, però, non si tratta di un intervento a costo zero. [Trad.: C'è da mettere i pannelli (solari) sul tetto]
6. A l’gh’à de fà ergót ol goèrno
L’operato di chi sta sopra di noi quasi mai ci è gradito, in questo caso riteniamo opportuno un intervento che dia un minimo di sollievo alle nostre casse. Ci sembra davvero il minimo indispensabile. [Trad.: Deve fare qualcosa il governo]
7. I è i russi ch’i ghe dà mia ol gas
Non manca chi si avventura in analisi della politica internazionale, che può anche giustificare i rincari, ma non ci è di alcuna consolazione. Anzi, evoca ansie ancora meno controllabili. [Trad.: Sono i russi che non ci danno il gas]
8. Me tocherà serà fò
La situazione è particolarmente pesante per chi ha un’azienda o un esercizio commerciale. Dopo la crisi pandemica, potrebbe essere il colpo di grazia, se non avessimo il carattere indomito che abbiamo. [Trad.: Mi toccherà chiudere]
9. Mèi cambià furnidùr
Una possibilità potrebbe essere il frenetico carosello dei fornitori, con una girandola di contratti aperti e chiusi, seguendo l’offerta migliore. In generale, però, preferiremmo starcene in pace. [Trad.: Meglio cambiare fornitore]
10. Cóme s’fài co la pensiù?
Il pensiero va anche a chi è già ai limiti della sopravvivenza, con una rendita mensile fissa e non altissima. Qui le cose si fanno più difficili, anche perché la generosità è merce rara, di questi tempi. [Trad.: Come si fa con la pensione?]