La Val Seriana nel mirino dei no-vax: nella notte imbrattato anche l'hub di Clusone
I negazionisti hanno imbrattato anche il centro vaccinale di Albino. Scritte frasi contro il Governo, il Green Pass e i vaccini
Il popolo no-vax pare aver preso di mira la Val Seriana, il territorio che più di ogni altro è stato colpito dal Covid. Dopo i raid degli anti-vaccinisti ai danni del cimitero di Nembro, questa notte sono stati vandalizzati i centri vaccinali territoriali di Albino e Clusone.
In entrambi i casi i vandali hanno imbrattato con vernice spray rossa l’esterno di entrambe le strutture, dipingendo sui muri e a terra l’ormai immancabile simbolo della “W” racchiusa in un cerchio, oppure scrivendo il classico repertorio di affermazioni complottiste e negazioniste. Fuori dall’hub di Clusone sono apparse frasi del tipo: «I vax uccidono», «Prima protocolli assassini ora genocidio con i vax». Ma non mancano neanche le invettive contro il Governo e il Green Pass, una misura equiparata al «nazirazzismo». O ancora «Se non puoi dire no sei uno schiavo».
Il raid vandalico che ha messo nel mirino il centro vaccinale di Clusone, «oggetto delle attenzioni demenziali e incivili di un gruppo di no-vax», è stato denunciato pubblicamente sui social da Cinzia Locatelli, sindaco del comune di Cerete.
«Sono stati imbrattati muri e pavimenti in una struttura pubblica di recente inaugurazione – si legge -, struttura realizzata con soldi pubblici che ora dovrà essere rimessa in ordine con altri soldi pubblici. So bene quanta fatica costa trovare le risorse e realizzare opere come quella. Nel caso in cui voi non lo sapeste, informatevi! E non spacciatevi per una forza non violenta, perché non lo siete».
«Studiate – continua il primo cittadino - e cercate di capire il valore delle cose pubbliche e delle norme che le tutelano! Voi lo sapete cosa significa vivere in una società civile? Vi svelo un segreto: non significa dover sempre essere d'accordo con tutto e con tutti, ma avere la conoscenza e la consapevolezza dei propri doveri, oltre che dei propri diritti. Avere rispetto, se si desidera essere rispettati. Ci sono modi per manifestare contrarietà e protestare, ma mai, la libertà di ognuno deve prevaricare quella dell'altro. Ci sono regole dettate da uno Stato. Si può passare la vita a lamentarsi, oppure si può lavorare sodo, nel rispetto delle regole, per fare la propria parte e migliorare la società nella quale abbiamo scelto di vivere, perché il posto in cui viviamo è frutto di una nostra scelta e non colpa di uno Stato o di una società».