Se Djimsiti fa lo Zapata e la Dea fa la Dea. Una rimonta entusiasmante
di Xavier Jacobelli
Senza Zapata. Senza Ilicic. Con Muriel che si fa male ed è costretto a uscire dopo il primo tempo. Con Pasalic che fa il falso centravanti e la squadra sotto di un gol. Ma questa Atalanta non muore mai. Ribalta l’Olympiacos e si prepara a scendere nella fossa dei leoni ateniese il 24 febbraio con la certezza della propria forza e l’orgoglio di essere una grande squadra europea.
Il primo tempo si era chiuso con Il 71 per cento di possesso palla dei nerazzurri e sei calci d’angolo a zero in loro favore. Zero come il numero degli interventi di Musso dopo essere stato imparabilmente battuto da Tiquinho Soares nell’unica occasione creata dai greci, sagacemente disposti da Martins davanti a Vaclik su due linee a strettissimo contatto l’una con l’altra per chiudere ogni spazio.
La musica è cambiata all’inizio della ripresa con l’ingresso di Boga e Koopmeiners, nonostante l’infortunio di Muriel che ha lasciato Gasp senza attaccanti, inducendolo a schierare Pasalic in un ruolo non suo, eppure efficacemente ricoperto. I primi sedici minuti del secondo tempo sono stati devastanti, degni dell'EuroDea e sublimati dal micidiale uno due di Djimsiti, sotto la spinta entusiasmante di un pubblico che non ha smesso un attimo di incitare la Dea. Spellandosi le mani, com’è giusto che sia. Berat Djimsiti non poteva trovare un modo migliore per festeggiare i suoi 29 anni che compirà domani: la sua doppietta si consegna agli annali atalantini e lo conferma un pilastro gasperiniano, giocatore di valore pari all'umiltà che lo contraddistingue.
I bergamaschi devono essere orgogliosi di questa squadra che la maglia la suda sempre. Vada come vada fra una settimana, dopo il grande pareggio con la Juve e questa rimonta voluta, cercata e trovata con il cuore, un fatto è certo: la Dea è tornata e la illumina la classe di Teun Koopmeiners. Avanti così.