basta speculazioni!

Caro carburante, l'appello di Imprese e Territorio: «Il Governo eviti incremento incontrollato»

A rischio la filiera logistica, quella dei trasporti e, a catena, la manifattura, le produzioni agricole e i consumi

Caro carburante, l'appello di Imprese e Territorio: «Il Governo eviti incremento incontrollato»
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«Il Governo deve attuare immediatamente misure emergenziali e straordinarie per evitare che gli effetti di un incontrollato incremento dei costi dei carburanti e di tutti i vettori energetici, causino effetti devastanti all’intero sistema economico e produttivo, che deve essere salvaguardato in un momento di grave crisi internazionale».

È l’appello lanciato all’Esecutivo dalle associazioni aderenti a Imprese e Territorio, appartenenti ai settori dei trasporti e della logistica, dell’industria, dell’artigianato, dell’agricoltura e del commercio, preoccupate dall’impennata dei prezzi.

Gli scioperi annunciati dagli autotrasportatori per il momento sono stati scongiurati, ma il costo della benzina e, in particolare, del gasolio hanno raggiunto livelli record, che rischiano di compromettere l’organizzazione della catena logistica e dei trasporti. Va da sé, inoltre, che i rincari del carburante si ripercuotano lungo tutta la filiera, colpendo i consumatori finali.

Questa situazione di crisi deriverebbe non soltanto dal quadro internazionale e dallo scoppio della guerra, ma anche da «sacche di speculazione – si legge in un comunicato stampa -. Le compagnie petrolifere stanno riducendo le forniture e, a catena, tutti gli utenti finali stanno subendo allarmanti ripercussioni».

«L'aumento dei costi colpisce non soltanto gli autotrasportatori, che stanno iniziando ad avere enormi problemi nella programmazione dei servizi, ma anche interi settori dell'economia che rischiano così di subire pesanti difficoltà produttive ed occupazionali – conclude la nota -. L’impatto degli aumenti produrrà i sui effetti anche nel settore del commercio ed è prevedibile una nuova diminuzione dei consumi, già provati da due anni di pandemia».

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