i dati di Ascom

La pandemia non frena la ristorazione: in 5 anni in Bergamasca attività cresciute del 15,2%

A Bergamo i locali del settore sono aumentati del 26,8 per cento. Petronilla Frosio riconfermata presidente del gruppo Ristoratori

La pandemia non frena la ristorazione: in 5 anni in Bergamasca attività cresciute del 15,2%
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Le attività di ristorazione in provincia di Bergamo negli ultimi cinque anni sono cresciute del 15,2 per cento, mentre nel capoluogo sono aumentate del 26,8 per cento. Un trend confermato anche nell’ultimo biennio: la pandemia non ha infatti frenato la spinta imprenditoriale nel mondo della ristorazione, tanto che tra il 2019 e il 2021 i ristoranti sono saliti da 1.390 (di cui 246 in città) a 1.516 (di cui 291 in città).

I dati sono stati resi noti da Ascom Confcommercio Bergamo, che ha fatto anche sapere che Petronilla Frosio è stata riconfermata presidente del gruppo Ristoratori. Frosio, classe 1959, è lo chef patron del ristorante Posta, a Sant'Omobono Terme, e del Petronilla Hotel, a Bergamo.

Accanto a lei, per il prossimo quinquennio, ci sarà un direttivo in parte rinnovato. Come vicepresidente è stato riconfermato Gigi Pesenti, dell’Osteria al Gigianca di Bergamo, e insieme ai consiglieri Romina Bolognini, della Trattoria Bolognini di Mapello, Giuseppe Cereda, di Cucina Cereda a Ponte San Pietro, Carla Mangili, del Giardino di Almè, e Andrea Cadei, della Trattoria Bellini a Castelli Calepio, entrano nel direttivo anche Maria Morbi, de Il Saraceno di Cavernago, Dizdari Nafi, di One Love a Bergamo, Barberiu Oviudiu, della Trattoria Taiocchi di Curno, Roberto Caccia, della Trattoria Visconti di Ambivere, Paolo Chiari, de L'Alimentari a Bergamo, Carmine Nasti, Da Nasti a Bergamo, e Salvatore Ferrara, de Il Vesuvio di Bergamo, per le pizzerie.

Nonostante il fermento imprenditoriale, il contesto socioeconomico può rivelarsi però una trappola per nuove iniziative nel campo della ristorazione, come sottolinea Petronilla Frosio. «La crescita delle imprese in città e provincia conferma che il nostro è un settore vivace e dinamico, ma resta il problema della sostenibilità imprenditoriale. La ristorazione soffre un eccesso di offerta quando il comparto sta subendo l'aumento esponenziale dei costi, dall'energia alle materie prime. Se, dunque, il settore è in crescita grazie anche alla cassa da risonanza mediatica che il food sta avendo da diversi anni, è importante non dimenticare che un ristorante è un'impresa vera e propria con tutti i pro e contro che ne derivano».

Altro nervo scoperto nel mondo della ristorazione è la crisi occupazionale. «Il nostro settore non è così tanto appetibile, soprattutto per i giovani che cercano lavoro - conclude Frosio -. Stiamo vivendo un paradosso: la categoria è in crescita, i locali continuano ad aprire, ma senza personale o una programmazione nel lungo periodo il rischio di chiudere i battenti è dietro l'angolo. Per questo è necessario che il Governo riduca l'iniezione di ammortizzatori sociali e favorisca politiche attive per l'inserimento al lavoro».

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