Guerra e speculazione

Corsa agli acquisti, ma tranquilli: scarseggia solamente l'olio di semi di girasole

Nessun problema di approvvigionamento e rincari contenuti. Forte aumento del grano tenero e del mais: si teme per pane e polenta

Corsa agli acquisti, ma tranquilli: scarseggia solamente l'olio di semi di girasole
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di Angelo Bosio

A fine 2021 i titoli di alcuni giornali erano dubbiosi: si archivia - dicevano - un anno di rincari dei prezzi e di rialzo dell’inflazione, e il 2022 è un punto di domanda. Purtroppo le cose non sono andate nel modo che si poteva immaginare e vengono in mente certe vignette in cui il protagonista, prima di accettare il 2022 e buttare via il 2021, chiedeva di potere controllare che cosa il nuovo anno contenesse. Il 2020 è stato un anno difficile, il 2021 poco meno. Il 2022 si è presentato nel peggiore dei modi.

Oggi, i rincari del 2021 fanno sorridere. La guerra, con la speculazione conseguente, sta spingendo i prezzi dove non pensavamo di trovarli mai. Nel 2021 erano cresciuti i costi delle materie prime e anche quello dei combustibili, ora il prezzo di benzina e gasolio, per non parlare del metano, ha frantumato tutti i record negativi (resta accettabile il costo del Gpl, intorno a 0,9 euro al litro). L’escalation la vediamo nei distributori, anche quelli considerati più a buon mercato propongono prezzi al litro che variano fra i 2,2 e i 2,3 euro. È notizia di martedì che, per la prima volta dopo molti giorni, il valore del barile di petrolio è sceso sotto i cento euro. C’è speranza? Forse sì. Anche perché l’impennata - a eccezione del metano che ha sbaragliato i due euro al litro - non è motivata dalla guerra se non in piccola parte: ci sono grandi operatori che approfittano della situazione per lucrare.

Dalla grande politica a casa nostra. I prezzi dei prodotti alimentari si stanno comportando ancora bene, anche nei supermercati bergamaschi, nonostante che il grano tenero sia salito in un mese del 31,4 per cento mentre il mais del 41 per cento e la soia del 9,5 per cento. È rimasto stabile il costo del grano duro, quello che si usa per produrre la pasta. A valle, di conseguenza, alcuni negozianti hanno dovuto adeguare le cifre dei prodotti con rincari anche del venti per cento, anche prodotti gastronomici, soprattutto quelli che richiedono l’uso massiccio di forni elettrici.

Abbiamo parlato con gli addetti di Esselunga, Conad, Coop. Nella grande distribuzione prevale il senso di responsabilità: nessuna razzia negli scaffali da parte dei clienti, nessun aumento indiscriminato deciso dalle grandi catene distributive. Alla Coop di via Broseta dicono che per ora non ci sono problemi di approvvigionamento: «Qualche difficoltà l’abbiamo per l’olio di semi di girasole, e si può capire perché l’Ucraina è una grande esportatrice di quel prodotto, ma per il resto teniamo bene, non esistono problemi legati al rifornimento di alcun prodotto. In ogni caso siamo attenti ai comportamenti dei clienti per impedire eventuali esagerazione. Per ora anche i prezzi restano sotto controllo: stiamo facendo il possibile per limitare al massimo gli aumenti. Abbiamo in corso due campagne umanitarie per dare una mano alla Comunità di Sant’Egidio e all’Unhcr, in favore dell’Ucraina, è possibile per i soci Coop effettuare donazioni in denaro alla cassa».

È una bella battaglia quella del contenimento dei prezzi, oltre a petrolio ed energia, salita del cinquanta per cento rispetto a un anno fa, gli aumenti riguardano, per esempio, anche grano, mais e soia. Il prezzo del grano in una settimana, dopo l’inizio della guerra, è salito del 39 per cento, il mais del 17 per cento e la soia del 6 per cento (...).

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