Suona come un'orchestra: torna all'antico splendore l'organo della chiesa di Leffe
Intervento straordinario grazie ai fondi dell'8 per mille. Il restauratore Pietro Corna: «Strumento di grande pregio»
di Giambattista Gherardi
Un attento lavoro di recupero e valorizzazione, utile a esaltare la storia e le peculiarità di uno strumento dall’importante valore storico. Sono stati completati nelle ultime settimane i lavori nella parrocchiale di San Michele a Leffe (avviati un anno fa) per la sistemazione dell’organo Adeodato Bossi Urbani del 1886. Insieme a quello presente nella Basilica di Gandino (realizzato dallo stesso costruttore nel 1858), costituisce uno degli strumenti più importanti dell’intera Val Seriana.
«L’organo - spiega l’organaro Pietro Corna, che ha curato i lavori ed il cui laboratorio ha sede proprio a Leffe - è di fatto l’evoluzione di un precedente strumento del 1737 realizzato da Angelo Bossi. La sua particolarità risiede nella ricchezza di colore e strumenti, che permettono di eseguire musica vicina a quella bandistica e orchestrale». L’intervento è stato particolarmente articolato, poiché ha previsto il trasferimento in laboratorio di tutte le componenti, comprese le 2396 canne che si uniscono a 25 campanelli. Esse sono state ripulite, rimesse in forma e ripassate nell’intonazione e nell’accordatura.
«Un primo restauro dell’organo - aggiunge Corna - era stato eseguito nel 1989 dalla ditta Piccinelli. Con questo intervento abbiamo sviluppato un attento ripristino dello strumento nel suo allestimento originale, anche e soprattutto grazie a un’attività di comparazione con un organo analogo presente a Calusco d’Adda e realizzato da Adeodato Bossi Urbani un anno prima. In questo modo abbiamo potuto ricostruire alcuni strumenti venuti a mancare, la pedaliera e addirittura i nomi dei cartigli presenti a lato dei comandi».
L’organo leffese è dotato di due tastiere originali di 61 tasti, con coperture in osso ed ebano, pedaliera in noce di tipo “a leggio” (ricostruita durante il restauro) e ispirata a modello storico Adeodato Bossi del medesimo periodo. Il comando dei registri “alla Lombarda” propone manette a incastro poste a destra e sinistra delle tastiere.
Pietro Corna, residente a Casnigo, nel recente passato ha realizzato il nuovo imponente organo della Basilica Concattedrale di San Siro a Sanremo (Imperia), restaurato l’organo Tamburini della cattedrale di San Lorenzo a Perugia ed elettrificato il monumentale organo della Cattedrale Cattolica di Timisoara (Romania). Diplomato in organo alla scuola Santa Cecilia di Bergamo, deve la propria formazione alla bottega di Giorgio Persico a Nembro. Nel 2010, su progetto fonico di don Gilberto Sessantini, ha realizzato il nuovo organo della Cattedrale di Bergamo. Prestigioso, nel 2011, anche il restauro dell’organo "dei Frisoni" in Vaticano. L’intervento sull’organo della parrocchiale di Leffe ha comportato un impegno di circa 55 mila euro, che la parrocchia retta da don Giuseppe Merlini coprirà con le offerte dei fedeli e (per oltre 25 mila euro) con i fondi dell’8 per mille della Chiesa Cattolica concessi dalla Cei. Alle necessarie pratiche ha collaborato Lorenzo Costa, giovane leffese che lavora a Roma.
Per salutare la nuova vita dell’organo Adeodato Bossi, sabato 26 marzo alle 20.30 è in programma un’elevazione musicale proposta da Marco Ruggeri, docente d’organo al conservatorio di Darfo e vice organista dell’organo Mascioni della Cattedrale di Cremona. Proporrà musiche di Bach, Perosi, Galuppi, Morandi, Bottazzo, Leonce de Saint Martin, Paoletti, Fumagalli e Mercadante, destinate a esaltare le peculiarità foniche ed espressive dello strumento. Un pensiero non potrà non andare anche a tutti coloro che negli anni hanno dato voce all’organo della parrocchiale. Fra loro, Angelo Lanfranchi (organista per 60 anni, compositore e direttore della banda). Dalla sua morte, nel 1998, il suo ruolo è stato ricoperto da Giulio Bertocchi, mentre ora viene svolto da Nazzareno Zenoni.
La serata inaugurale prevede anche l’esecuzione popolare dell’inno Sia da tutti benedetta, dedicato alla Vergine Addolorata (per tutti i leffesi «la Madonnina»), il cui settenario si aprirà proprio il giorno dell’elevazione, in vista dei solenni festeggiamenti della quinta di quaresima, il 3 aprile. Sabato 26 marzo alle 12 è in programma l’intronizzazione della statua lignea dell’Addolorata, scolpita alla fine del ‘600 da Grazioso e Andrea Fantoni di Rovetta. Il simulacro sale sul trono grazie a un argano automatizzato, creato nel 1977 da Mauro Gelmi. Durante la novena si recita la “corona”, una forma di preghiera che prevede la ripetizione per sette volte di sette Ave Maria.