Treno per Orio, Boccaleone attacca destra e sinistra. E sul treno-metrò i politici sono divisi
Non c'è un fronte unito fra maggioranza e opposizione e la possibilità di avere tante fermate urbane da Seriate a Ponte San Pietro rischia di svanire
di Paolo Aresi
Boccaleone non ci sta, e continua a puntualizzare le sue richieste. Il Comitato non accetta l’ordine del giorno approvato dal Consiglio comunale e nemmeno la posizione della Lega e delle minoranze. Scrive Elena Zoppetti, del Comitato per la ricucitura del quartiere, su Facebook, rispondendo a un post del consigliere regionale Niccolò Carretta che ha pubblicato un post di appoggio alla mozione approvata: «Se la Lega ieri ha strumentalizzato (nel Consiglio comunale, ndr), oggi tu stai strumentalizzando noi e gli altri comitati, Legambiente e Italia Nostra... sia chiaro che la maggioranza non ha accolto nulla (delle richieste del Comitato di Boccaleone, ndr) se non semplici compensazioni, decise da soli e mai condivise con noi, perché il quartiere, ad esempio, non vuole sottopassi».
La polemica divampa, il quartiere non si sente compreso dai politici bergamaschi mentre sul nostro territorio arriva una valanga di soldi per la mobilità, per la città e per i paesi che le stanno intorno: 536 milioni di euro che saranno investiti in questo decennio. Una valanga di soldi che riguarda il nuovo treno per l’aeroporto di Orio, il raddoppio della ferrovia da Montello a Bergamo a Mozzo, il tram veloce che da Bergamo raggiungerà Villa d’Almè e, infine, l’autobus elettrico che viaggerà su sede propria da Bergamo fino a Dalmine, Osio e Verdello (stazione ferroviaria).
Per ragionare su questi temi, si è riunito lunedì sera un Consiglio comunale straordinario che è durato la bellezza di sei ore e mezza. Alla fine, tutti sembravano abbastanza scontenti, non solo il comitato di Boccaleone, un po’ per il sonno, un po’ per la fame, e un po’ per la qualità del dibattito. I consiglieri di maggioranza non hanno accettato le diverse critiche, di tipo “tattico” e contingente, arrivate dalla minoranza; e scontenti pure i consiglieri di minoranza che si sono sentiti trattati «con la solita supponenza» da parte di alcuni esponenti della maggioranza. Alla fine, è stato approvato, naturalmente, l’ordine del giorno della maggioranza.
Il “mistero” dei soldi
Ma tra tante parole che si sono spese in quelle sei ore e mezza, ce ne sono alcune che sono suonate un po’ diverse. La consigliera Luisa Pecce è andata a scartabellare per vedere come sia finanziata una delle quattro grandi opere in programma, la Bergamo-Orio al Serio, la linea ferroviaria che più ha fatto discutere, a causa della forte, e motivata, protesta del Comitato di Boccaleone. Luisa Pecce avrebbe “scoperto” che la linea ferroviaria non sarebbe finanziata con i soldi delle Olimpiadi. Dice la consigliera della Lega: «Il collegamento è inserito come opera complementare già finanziata nel decreto interministeriale per le Olimpiadi invernali 2026, ma con fondi garantiti in buona parte dal decreto Rilancio. Insomma, questa infrastruttura viene giudicata utile per le Olimpiadi, ma non sarebbe finanziata con quei fondi specifici. Se infatti andiamo a vedere la tabella del finanziamento della ferrovia, scopriamo che i 170 milioni provengono da quattro voci: 8 milioni arrivano dal bilancio di anni precedenti (sono stati usati per la progettazione), 131 milioni vengono dal decreto Rilancio. I 31 milioni mancanti arrivano tra legge di bilancio e Pnrr. Si sa, inoltre, che per la nuova stazione di Bergamo, sono stati stanziati, attraverso il Pnrr, 50 milioni di euro».
L’osservazione di Luisa Pecce non è semplicemente contabile: potrebbe definire il destino della nuova Bergamo-Orio e, in particolare, dell’attraversamento di Boccaleone. Il comitato del quartiere si batte da quasi due anni perché la nuova ferrovia venga interrata per un breve tratto per consentire alle due parti del quartiere, Boccaleone e Clementina, di riunirsi. Basterebbero cinquanta metri di interramento per consentire il passaggio di pedoni, biciclette e magari anche di auto. Il progetto attuale invece prevede che i binari passino da due a quattro (due sono per la linea di Brescia) e che la ferrovia transiti a raso, con la chiusura del passaggio a livello di via Recastello e l’inserimento di barriere antirumore altre fino a sette metri e mezzo. Un muro, decisamente poco simpatico. Gli abitanti, in questi mesi, non si sono limitati a recriminare, ma hanno studiato il progetto di Rete Ferroviaria Italiana e realizzato delle controproposte, con lo slogan “Ricuciamo il quartiere”. Il Comune di Bergamo si è dimostrato tiepido verso le richieste del quartiere, la Regione anche. Ma, lungo i mesi, alla protesta di Boccaleone si è unito San Tomaso e poi pure Curno e Mozzo, che avranno problemi analoghi al quartiere della città a causa del raddoppio del binario sulla linea Montello-Ponte San Pietro. Anche qui passaggi a livello chiusi, paesi spaccati, barriere... (...)