Auto elettriche, A2A raddoppia i costi della ricarica ma PalaFrizzoni non può calmierarli
L'assessore alla Mobilità Stefano Zenoni ha risposto all'interpellanza presentata da Filippo Bianchi
Palazzo Frizzoni non può intervenire per calmierare le tariffe, ma solleciterà comunque A2A affinché fornisca ai clienti maggiori informazioni in merito alle nuove condizioni e ai prezzi maggiorati applicati nelle colonnine per la ricarica delle auto elettriche a Bergamo.
Lo ha fatto sapere l’assessore alla Mobilità Stefano Zenoni, rispondendo a un’interrogazione presentata la scorsa settimana dal consigliere comunale di Fratelli d’Italia Filippo Bianchi, allarmato dai rincari previsti dalla società che gestisce alcune delle postazioni di ricarica presenti in città. Bianchi aveva sottolineato non soltanto criticità nel modo con cui gli abbonati erano stati avvisati degli aumenti, ma aveva evidenziato anche la portata della stangata in arrivo per i possessori di un’auto elettrica.
Il canone pagato in città, infatti, sarebbe raddoppiato passando da 30 euro al mese, con un utilizzo illimitato delle colonnine, a 60 euro mensili, con un consumo limitato a soli 180 kilowattora a cui andrebbe aggiunta una tariffazione a tempo e per un numero fisso di prenotazioni. Una modifica al servizio che, secondo il consigliere di minoranza, avrebbe potuto mettere in crisi gli abbonati e che lo aveva spinto a chiedere l’intervento del Comune di Bergamo.
Palazzo Frizzoni, però, avrebbe le mani legate alla luce del protocollo sottoscritto nel 2018 con A2A. «In tale manifestazione veniva concesso suolo pubblico gratuito per otto anni, chiedendo in cambio la realizzazione senza oneri per il Comune dei punti di ricarica – ha spiegato l’assessore Zenoni -. Il protocollo prevedeva, tra l’altro, l’obbligo di garantire la gratuità del servizio di ricarica per almeno un anno, periodo che A2A ha ampiamente osservato dall’8 gennaio 2019 al 30 settembre 2020. Terminato tale periodo, le postazioni entrano in regime di mercato libero e ogni società è libera di applicare le proprie tariffe. Per riassumere, sono di fatto postazioni private su suolo pubblico, assegnato tramite manifestazione d’interesse e sottoscrizione di un protocollo, che offrono un servizio a privati cittadini».
Alla luce dei contenuti del protocollo firmato da entrambe le parti, della presenza di più operatori a Bergamo, della libera concorrenza tra loro e del fatto che le società gestiscono pacchetti tariffari attivi sul territorio nazionale (non solo su Bergamo) applicando le medesime condizioni in tutte le città in cui sono presenti e a tutti i clienti, Palazzo Frizzoni non ha ritenuto «possibile (e nemmeno opportuno, a mio parere) intervenire su dinamiche commerciali e tariffarie private».
«Analogamente, il Comune non può intervenire per calmierare il prezzo dei carburanti nel solo Comune di Bergamo o il costo dell’elettricità per uso domestico per i propri residenti – ha concluso Stefano Zenoni -. Il fatto che le colonnine siano su suolo pubblico non è un elemento rilevante, essendo tale suolo assegnato da un bando con condizioni chiare e definite. Perseguendo tale ragionamento alle estreme conseguenze, il Comune dovrebbe chiedere di calmierare i prezzi a qualunque realtà commerciale che usi suolo cittadino».