Se n'è andata Rina Romagnoli, una grande donna per anni anima e cuore della Bonomelli
Aveva 93 anni ed è morta in Toscana dove si era ritirata dal 2016. Si è sempre presa cura dei "barboni" e della loro casa, l'Albergo Popolare
di Angela Clerici
Rina Romagnoli se ne è andata a 93 anni, pochi giorni fa, nella casa del figlio a Sarteano, in Toscana, dove era andata a vivere dal 2016. L’ultimo addio glielo hanno dato a Bergamo, nella parrocchia di Loreto, martedì 19 aprile.
Rina aveva l’aria severa, a volte burbera, nel suo ufficietto della Bonomelli, tutta presa dai problemi da risolvere, dalle necessità degli ospiti, delle persone che come in processione si recavano da lei in cerca di un aiuto, a volte soltanto di un incoraggiamento. Non tutti gli ospiti erano persone facili, e lei era una donna: non avesse avuto grinta, l’avrebbero sotterrata. Invece, soprattutto in una certa fase, era stata lei a tenere in piedi l’istituzione che stava traballando. Lei e il dottor Giorgio Frigeri, che lei ringraziava sempre (senza che lui lo sapesse).
Ancora negli Anni Ottanta e Novanta il Nuovo albergo popolare alla Malpensata rappresentava praticamente l’unica istituzione di questo tipo per le persone che non sapevano dove andare a sbattere le ossa. Era l’erede del “dormitorio”, la casa dei barboni. Ma tutto cambia e anche i barboni erano diventati qualche cosa di diverso nel corso degli anni. La Rina, che aveva ereditato la Bonomelli dal don Gianmaria Pizzigalli fu determinante nell'aggiornare l’istituzione. Non più soltanto dormitorio, ma luogo dove si tentava il recupero delle persone in difficoltà.
E poi c’erano i casi umani particolari che la Rina seguiva come se riguardassero suoi familiari. Come quello di quel genitore marocchino con cinque figli, eravamo negli anni Novanta, che rimase senza lavoro. La Rina fece di tutto per trovargli un’occupazione e ogni volta che parlava dei bambini di quell'uomo le venivano le lacrime agli occhi. I suoi modi un po’ burberi scomparivano.
Grazie a lei tante persone non sono rimaste sulla strada, hanno mantenuto una dignità, sono state trattate bene. Bergamo le deve molto.