l'appello

BreBeMi, persi 451 milioni in sette anni. Balotta e Dori: «Abbassino i pedaggi»

Le tariffe, più che doppie rispetto a quelle degli altri concessionari, sono sempre aumentate negli ultimi cinque anni

BreBeMi, persi 451 milioni in sette anni. Balotta e Dori: «Abbassino i pedaggi»
Pubblicato:
Aggiornato:

Nonostante la ripresa del traffico automobilistico post-Covid, l’aumento dei mezzi pesanti in transito (cresciuti del 32,7 per cento) e i toni enfatici usati dal concessionario autostradale durante la presentazione del bilancio 2021, i conti della BreBeMi sarebbero tutt’altro che rosei.

A sostenere questa tesi sono Dario Balotta, responsabile nazionale trasporti e infrastrutture di Europa Verde-Verdi Europei, e il deputato Devis Dori, appartenente allo stesso schieramento politico, forti dei dati riguardanti la situazione finanziaria dell’autostrada.

L’azienda, infatti, avrebbe chiuso il bilancio per il decimo anno consecutivo con un passivo che, nel 2021, è pari a 66,1 milioni di euro. «Complessivamente dal 2012 ha maturato 451,5 milioni di euro di passivo. Le tariffe della BreBeMi sono più che doppie rispetto a quelle degli altri concessionari ed è l'unica autostrada che le ha sempre aumentate negli ultimi cinque anni».

Tra il 2020 e il 2021 il pedaggio autostradale lungo la A35 sarebbe aumentato del 3,49 per cento e gli elevati costi sarebbero la ragione per cui l'autostrada continua a registrare un traffico complessivo inferiore a quello di una strada provinciale. Per aumentare il numero di veicoli in transito la soluzione opportuna, secondo Balotta e Dori, sarebbe quella di ridurre le tariffe, così da evitare che la BreBeMi resti una grande opera inutile «dopo aver consumato 900 ettari di suolo agricolo e attivato un mutuo con risorse pubbliche (Bei e CdP) di 2,4 miliardi di euro ancora tutto da pagare. Impossibile non accorgersi che l'indebitamento netto registrato dal bilancio del 2021 di 2,243 miliardi di euro è pesantissimo».

«L'invito al Ministro delle infrastrutture e alla Regione (azionista al 44 per cento, il restante 56 per cento è passato da Banca Intesa alla spagnola Aleatica) che hanno rilasciato la concessione – concludono - è quello di rivedere il piano finanziario, abbassando al minimo i pedaggi per non farla restare una cattedrale nel deserto e spostare traffico dalla congestionata viabilità locale della Bassa all'autostrada».

Seguici sui nostri canali