Camera di commercio

Imprese in ripresa in Bergamasca: quelle attive crescono grazie a servizi, agricoltura e costruzioni

Nel primo trimestre dell’anno se ne contano 848 attive in più in provincia. Le iscrizioni crescono del 3,3%, le cessazioni dell'1,9%

Imprese in ripresa in Bergamasca: quelle attive crescono grazie a servizi, agricoltura e costruzioni
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Le prospettive future sono ancora tutte da intuire, vista l’esplosione del conflitto tra Russia e Ucraina, ma dopo due anni di pandemia emergono dati rassicuranti dall’andamento della demografia d’impresa in provincia di Bergamo.

Nel primo trimestre dell’anno si contano infatti 848 imprese attive in più sul territorio, in crescita dell’1% su base annua, per un totale di 84.924 realtà. A trainare la ripresa rispetto ai primi tre mesi del 2021 sono soprattutto i servizi, cresciuti dell’1,9% su base annua, seguiti dall’agricoltura (+1,7% su base annua) e dalle costruzioni (+1,3% su base annua). Calano, invece, la manifattura (-0,4% su base annua) e il commercio (-0,1% su base annua).

«Iscrizioni e cessazioni tendono a stabilizzarsi dopo le anomalie dovute alla pandemia – commenta il presidente della Camera di commercio di Bergamo, Carlo Mazzoleni -. In particolare, le iscrizioni si avvicinano ai livelli pre-Covid, mentre le cessazioni incorporano le situazioni di imprese che hanno rinviato la cessazione per accedere alle misure di sostegno. La piena ripresa della dinamica, tuttavia, è ancora lontana e su di essa pesano le incognite della situazione attuale».

I risultati del primo trimestre 2022

Il periodo tra gennaio e marzo si chiude con 94.519 sedi d’imprese registrate in provincia di Bergamo. Le iscrizioni sono 1.778, in aumento del 3,3% su base annua, mentre le cessazioni complessive (che comprendono quelle d’ufficio e non d’ufficio) sono 1.871 con un aumento del 7,7% su base annua. Tra queste, nello specifico, le cessazioni non d’ufficio sono 1.757 (+1,9% su base annua) e le cessazioni d’ufficio sono 114 (+776,9% su base annua). Il saldo complessivo tra iscrizioni e cessazioni complessive risulta negativo, pari a -93 unità, ma se si considera quello tra iscrizioni e cessazioni non d’ufficio allora è in positivo di 21 unità.

Il tasso di natalità delle imprese registra l’1,9%, mentre il tasso di mortalità è pari al 2%. In buona sostanza, all’aumento delle iscrizioni si è verificata una parallela crescita delle cessazioni, sebbene nel primo trimestre vengono rilevate le più numerose cancellazioni comunicate alla fine dell’anno precedente.

Quanto al tasso di natalità per settore produttivo, si distinguono positivamente le costruzioni (2,2%), i servizi (1,5%) e l’agricoltura (1,4%), il commercio (1,3%) e la manifattura (1,1%). Osservando, invece, il tasso di mortalità, l’agricoltura rileva il valore inferiore (1,5%). Sono maggiori i tassi di mortalità del commercio (2,3%), delle costruzioni (2,2%), dei servizi (1,8%) e della manifattura (1,6%).

In relazione alla natura giuridica, le imprese attive più diffuse in provincia sono quelle individuali, nel complesso 44.490 e con un’incidenza percentuale sul totale del 52,7%. Seguono le società di capitali (24.792, pari al 30,2%), le società di persone (12.974, pari al 15%) e le altre forme giuridiche (1.820, pari al 2,1%). Confermando una tendenza in atto da tempo, le società di capitali attive registrano la variazione tendenziale maggiore (3,5%). A seguire le imprese individuali (0,5%). Sono, invece, in flessione negativa le società di persone (-1,9%) e le altre forme giuridiche (-0,2%).

Le imprese straniere attive sono 9.624, pari all’11,3% delle imprese attive totali, e registrano una variazione tendenziale su base annua pari al 3,5%. Le imprese femminili attive sono 17.430 (2,4% su base annua) e rappresentano il 20,5% di quelle attive totali. Le imprese giovanili attive sono 6.926 (0,6% su base annua) e rappresentano l’8,2% del totale.

Le imprese artigiane

Le imprese artigiane registrate ad oggi sono 30.145. I dati di flusso mostrano un aumento su base tendenziale: le nuove iscrizioni sono 807 (+19,6% su base annua) e le cessazioni (avvenute non d’ufficio) sono 777 (+0,9% su base annua). Il saldo complessivo risulta positivo con 30 unità (-95 nel corrispondente periodo del 2021).

Le imprese artigiane attive sono, invece, 30.082 e riportano, in relazione allo stesso trimestre dell’anno scorso, una crescita di 156 posizioni con una variazione tendenziale pari a 0,5%. L’analisi dei settori economici mostra che il maggior numero si concentra nelle costruzioni (13.495, pari al 44,9% del totale), nei servizi (8.386 pari al 27,9%), nella manifattura (6.519 pari a 21,7%) e nel commercio (1.549 pari al 5,1%). In relazione allo stesso trimestre dell’anno scorso crescono l’agricoltura (+5 pari a 4,3% su base annua), i servizi (+118 con una variazione tendenziale pari a 1,4% su base annua), il commercio (+7 pari a 0,5% su base annua) e le costruzioni (+114 pari a 0,9% su base annua). Diminuisce, invece, la manifattura (-91 pari a -1,4% su base annua).

Analizzando la forma giuridica, invece, il 74,3% delle imprese artigiane sono individuali. Seguono le società di persone (15%), le società di capitali (10,6%), i consorzi (0,04%) e le cooperative (0,02%). Tornando al complesso delle imprese, nel primo trimestre 2022 le procedure concorsuali, gli scioglimenti e le liquidazioni sono stati complessivamente 270, in diminuzione di 49 unità rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Le 108.724 localizzazioni attive tra sedi e unità locali, aumentate rispetto a un anno fa (+1.345), impiegano 406.358 addetti. Rispetto allo stesso periodo del 2021 si registra pertanto una crescita degli addetti totali pari a +10.956, con una variazione tendenziale del +2,8% su base annua. Tra i settori economici, si riscontrano incrementi di addetti nelle localizzazioni attive dei servizi (+7.231) delle costruzioni (+2.061), della manifattura (+690), dell’agricoltura (+576) e del commercio (+281).

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