Polveri bagnate

La Dea che segna e incanta non c'è più: in attacco la flessione è evidente e preoccupante

Il rendimento offensivo, fiore all'occhiello delle ultime stagioni, in questo momento è deficitario e ciò si traduce in un cammino a rilento

La Dea che segna e incanta non c'è più: in attacco la flessione è evidente e preoccupante
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di Fabio Gennari

I numeri, soprattutto in questi casi, non mentono mai. L'Atalanta di Gasperini, macchina da gol che nelle ultime tre stagioni ha sempre conquistato il primo posto per gol fatti in campionato, non c'è più. I 64 gol segnati in 35 partite sono un buon bottino ma la flessione rispetto al passato recente è netta. Prendendo in esame i campionati chiusi con una qualificazione Champions, lo scarto è evidente ed è poi quello che determina il passo indietro, perché la squadra di Gasperini ha spesso preso gol evitabili, ma tutto era bilanciato da una versione esagerata dell'attacco.

L'anno scorso si chiuse a 90 reti e a questo punto del torneo erano ben 84 i gol segnati (+20 rispetto a oggi), due anni fa l'Atalanta fece parlare di sé per i quasi 100 gol realizzati (si chiude a 98) e tre gare dalla fine il totale era di 95 reti segnate (+31), mentre nel campionato 2018/19 il titolo di miglior attacco arrivò con 77 gol e un parziale di 71 a 270' minuti dal traguardo. Complessivamente, parliamo 58 gol in più in tre anni, con una media di quasi venti gol in più rispetto a oggi a stagione.

I nerazzurri tirano meno nello specchio della porta (con la Salernitana 20 tentativi, solo 5 tra i pali di Sepe) e al netto di qualche exploit (come con il Torino) c'è una sensazione diffusa di sterilità offensiva che preoccupa anche in prospettiva. Certo, ci sono situazioni in cui bisogna anche rischiare la giocata e l'asse Malinovskyi-Pasalic da cui è nato il gol del pareggio con la Salernitana è la dimostrazione che le qualità ci sono. Bisogna però cercare di sfruttarle al meglio, schierando gli uomini migliori e provando a fare qualcosa di importante prima delle grandi riflessioni estive.

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