Europa o Conference League: prestigio e possibilità di crescita valgono più di tutto il resto
Per i nerazzurri conquistare un pass sarebbe molto importante, altro che "poco appeal" rispetto alla Champions League
di Fabio Gennari
Alla vigilia dell'ultima partita di campionato che potrebbe regalare la sesta stagione di fila con l'Atalanta impegnata nelle coppe europee, scorrendo i social e parlando con i tifosi si sentono anche valutazioni di questo tipo: con i Mondiali a novembre e un calendario molto fitto, star fuori da tutto non sarebbe poi così negativo. Ci si potrebbe preparare al meglio con solo una gara la settimana. Il punto di vista merita rispetto e ha comunque delle motivazioni a sostegno, ma l'Atalanta, storia alla mano, non può in nessun modo "snobbare" una qualsivoglia competizione europea.
La Champions League ha un fascino diverso, i premi garantiti sono altissimi e per tutti, ovvero giocatori, società e tifoseria, è un appuntamento da urlo. Ma giocare in Europa League o in Conference League rappresenta comunque un'opportunità di crescita preziosa, soprattutto se si punta ad avere una rosa più giovane e magari con poca (o nessuna) esperienza europea. L'unico modo per prepararsi ad affrontare certe sfide continentali è giocarne il più possibile, il fascino delle gare del giovedì in giro per l'Europa è sempre qualcosa di magico.
Se giochi in coppa hai anche una "carta" in più da sfruttare sul mercato. Perché hai più appeal, perché puoi offrire un'opportunità diversa a chi potrebbe venire ingaggiato. L'anno scorso, l'olandese Teun Koopmeiners scelse l'Atalanta e non Roma o Napoli anche per il fatto che i nerazzurri erano in Champions League: allo stesso modo, un giocatore può preferire una Dea che disputa le coppe (anche se non le più importanti) rispetto ad un club che invece non le gioca.
In ultima analisi, se l'Italia dovesse davvero portare otto squadre nelle competizioni internazionali (succederebbe se la Roma arrivasse ottava e poi vincesse la Conference League: quinta, sesta e giallorossi in Europa League, settima in Conference), il problema dei tanti impegni ci sarebbe per tutte le big del torneo. Certo, il mercato e l'organizzazione del lavoro dovrebbero tenerne conto, ma sono tutti "problemi" che è meglio avere che non avere. L'accesso alle coppe della Dea va quindi inseguito con entusiasmo: non è un dramma se si restasse fuori, ma conquistare un posto sarebbe un grande risultato.