Crisi idrica in Bergamasca, «la situazione è drammatica. Possibili razionamenti dell'acqua»
L'allarme lanciato dal Consorzio di Bonifica della Media Pianura bergamasca. Da inizio anno pioggia e neve inferiori del 400%
È crisi idrica in Bergamasca. L'avvio della stagione irrigua 2022, ormai alle porte, potrebbe rivelarsi drammatico per i comprensori irrigati dalle acque dei fiumi Serio, Brembio e Cherio per via della ridotta disponibilità di risorsa idrica. La causa sarebbe da imputare agli scarsi accumuli nevosi sulle Prealpi Orobiche, ai valori minimi rispetto all'ultimo quindicennio. Stessa situazione per i laghetti idroelettrici, che si presentano vuoti.
A lanciare l'allarme è il Consorzio di Bonifica della Media Pianura bergamasca: tutto ciò, sottolinea il presidente Franco Gatti, è «diretta conseguenza dell'andamento climatico che ha contraddistinto l'inverno scorso e la stagione primaverile». Soltanto i primi quattro mesi di quest'anno, la caduta di pioggia e neve sono risultati inferiori del 400 per cento rispetto alla media. Per meglio evidenziare la situazione, piuttosto drammatica, il Consorzio ha confrontato le portate disponibili nei fiumi con quelle di concessione (ovvero ciò che il Consorzio è autorizzato a prelevare dai fiumi).
Il fiume Serio, ad esempio, nella prima metà di maggio si sono derivate complessivamente portate medie di circa il 38 per cento di quelle di concessione. Analogamente, per quanto riguarda il fiume Brembo le portate disponibili per la derivazione sono risultate quasi al 50 per cento di quelle concesse. Nemmeno le prossime settimane si prospettano rosee: non essendo previste variazioni meteorologiche significative, il rischio è che le portate derivabili siano in costante lieve diminuzione. Procede correttamente, invece, il sistema irriguo dei pozzi consortili. Anche se la preoccupazione, al momento, è il livello delle falde freatiche che potrebbe in futuro limitare le operazioni. Senza dimenticare l'aumento dei costi energetici e la difficoltà degli stessi approvvigionamenti energetici.
«In conclusione – scrive il Consorzio – qualora non vi siano modifiche nell’andamento climatico, l’esercizio irriguo nel mese di giugno potrebbe andare incontro a criticità severe. Sui comprensori che utilizzano acqua prelevata da fiume non è da escludersi il razionamento nella distribuzione e turnazioni del funzionamento delle rogge. Sui pozzi, ed in generale sugli impianti che utilizzano energia elettrica, oltre al già citato aumento dei costi, non sono da escludersi possibili fermi impianti per black out selettivi sulla rete elettrica nazionale».