Quanto fa male ascoltare la musica (se si esagera sempre col volume)

Orecchie che fischiano, tintinnii e ronzii vari percepiti nei padiglioni auricolari potrebbero non essere conseguenza di qualcuno che ci pensa intensamente nel bene e nel male, come si è soliti credere, bensì di una pericolosa inavvertenza, ovvero ad un ascolto della musica in cuffia o ai concerti a un volume troppo elevato e perdurato nel tempo.
E così dapprima possono comparire alcuni classici disturbi che lamentano che qualcosa nell’udito non va, fino nella peggiore delle ipotesi, cioè alla perdita di questo senso nell’arco di qualche anno. Un problema ben noto, secondo una recente ricerca Ipsos, agli adolescenti d’oltralpe, tanto che il Ministero della Sanità francese, Marisol Touraine, sta prendendo seri provvedimenti a riguardo.
Il problema e le disposizioni francesi. Addio alla musica ad alto volume, con un possibile emendamento epitaffio che metterà presto fine, almeno in Francia, a canzoni sparate a più non posso nelle orecchie, imponendo invece un limite inferiore ai 60-90 decibel. Se a torcere il naso saranno soprattutto i giovani abituati a viaggiare praticamente ovunque con le appendici dell’iPod ficcate dentro le orecchie o ad ascoltare i cantanti preferiti a livelli impossibili negli abitacoli delle auto e ai concerti, la salute invece (almeno quella uditiva) ringrazierà.
Pare infatti che ascoltare musica, suoni o rumori superiori a 100 decibel alla lunga – basterebbe anche più di un’ora ogni giorno – possa creare problemi all'udito: dagli acufeni alla perdita temporanea della sensibilità uditiva, fino a una sordità vera e propria. Un rischio che sembrano correre tra i 2,5 milioni ai dieci milioni di ascoltatori musicali, di cui 1 su 10 con probabilità maggiori di arrivare a non sentire più nell’arco di soli cinque anni. I dati parlano chiaro: una ricerca Ipsos attesta che oltre il 75 percento dei giovani francesi tra i 15 e i 30 anni ha già avuto danni all’udito provocati proprio dalla musica ad alto volume ascoltata in cuffia. Ciò che è preoccupante è che il 98 per cento dei giovani si dice consapevole dei rischi di questa malsana abitudine, ma non prende alcuna precauzione per evitare, prevenire o limitare il danno.
E così, appunto, ci hanno pensato dall’alto, istituzionalmente, lanciando l’idea di una possibile riforma sanitaria che vieti in generale la musica ad un livello superiore ai 90 dB e i suoni di cuffie e apparecchi portatili a 60 dB. Perché ascoltare musica è bellissimo, fa sapere il Ministro della Salute Marisol Touraine a cui si deve la proposta, ma è ancora meglio poterlo fare per tutta la vita. Ciò che la disposizione di legge garantirebbe.
Altri studi. Gli effetti collaterali dunque sono poco noti e a parlare chiaro non è solo la ricerca Ipsos. Un altro studio pubblicato sul Journal of Otolaryngology attesterebbe infatti che oltre il 60 percento delle persone che ascolta musica a limiti impossibili non è a conoscenza dei suoi pericoli. Soprattutto dei suoni impulsivi, cioè di quelli con variazioni improvvise dell’intensità; infatti il nostro apparato uditivo ha un sistema di autoprotezione per i suoni ad alto volume che però non riesce ad attivarsi quando questi cambiano potenza in brevi frazioni di tempo. Un pericolo maggiore per i ragazzi, il cui orecchio è molto giovane e, di conseguenza, al massimo del suo funzionamento.
Le misure preventive. Le precauzioni salva-orecchie però ci sono: in primo luogo bisogna fare attenzione al rapporto tempo-volume, perché più quest’ultimo è alto, minore è la durata dell’ascolto senza rischi. Nel mondo del lavoro, le precauzioni per la tutela dell’udito sono già stata prese, ma ora vanno estese anche al resto dei contesti e della popolazione. Perché le indicazioni che arrivano dagli otorini della commissione europea sono chiare: è improbabile diventare sordi a livelli inferiori agli 80 dB, equivalenti a una persona che grida o al rumore del traffico di una strada vicina. Ovvero anche a questa potenza si può ancora ascoltare (bene) la musica senza problemi fino a 40 ore la settimana. Se però si alza di più il volume, il pericolo è dietro l’angolo ed aumenta immediatamente.
E i primi a sottovalutare il rischio danni e sordità sembrano essere proprio i genitori. Secondo uno studio pubblicato su JAMA Otolaryngology Head and Neck Surgery condotto dai pediatri dell'Università del Michigan fra 700 genitori di ragazzi fra i 13 e i 17 anni, oltre il 96 per cento non ha percezione del problema e quasi il 70 non affronta neppure la questione. La prevenzione invece è facile e possibile: occorre il primo luogo seguire la regola del 60-60, ovvero ascoltare la musica al 60 percento del volume massimo consentito dal dispositivo, quindi circa 60 dB, per un massimo di 60 minuti. E poi regalare ai ragazzi cuffie di alta qualità che cancellino i rumori di fondo o abbiano protezioni per le orecchie che avvisino in caso di superamento dei 90 dB consentiti e protettivi.