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Al via il doppio cognome. Anche l’Ufficio Anagrafe di Bergamo sta scaldando i motori

Con la pubblicazione della sentenza in Gazzetta ufficiale, la regola è ufficialmente diventata esecutiva

Al via il doppio cognome. Anche l’Ufficio Anagrafe di Bergamo sta scaldando i motori
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Su una questione così calda come quella del doppio cognome, balzata all'onore delle cronache dopo la sentenza della Corte costituzionale pubblicata lo scorso 27 aprile che ha cancellato la regola dell’automatica assegnazione ai figli del cognome del padre, tutti hanno qualcosa da dire, ma la gatta da pelare sembrava restare nelle mani dei dipendenti dell’ufficio Anagrafe.

Ora la sentenza è stata anche pubblicata sulla Gazzetta ufficiale ed è diventa esecutiva. L’assessore all’Anagrafe di Bergamo Giacomo Angeloni cerca quindi di fare chiarezza e spiega molto semplicemente: «Fino a che la sentenza non era esecutiva, per aggiungere il cognome della madre era necessario presentare istanza al prefetto, quindi passavano circa due anni prima che la richiesta venisse validata dal ministero degli Interni. Ora basterà recarsi in Anagrafe».

Il figlio assumerà quindi il cognome di entrambi i genitori nell’ordine concordato dagli stessi, salvo che decidano, sempre di comune accordo, di attribuire soltanto il cognome di uno dei due. E se i genitori non riuscissero a mettersi d’accordo, allora sarà un giudice a prendere la decisione. Fino a prima della pubblicazione della sentenza, l’attribuzione del solo cognome materno era consentita se il figlio, nato fuori dal matrimonio, veniva riconosciuto dalla sola madre. Qualora il padre fosse stato accertato o ne avesse effettuato il riconoscimento successivamente, il figlio avrebbe potuto assumerne il cognome.

Voci femminili delle istituzioni e della politica si sono pronunciate con soddisfazione, sottolineando l’importante conquista. La ministra della Giustizia Marta Cartabia ha detto che grazie a questa sentenza è stato fatto «un altro passo in avanti verso l'effettiva uguaglianza di genere nell'ambito della famiglia». La ministra per le Pari opportunità Elena Bonetti, in un’intervista all’Ansa, ha invece dichiarato: «Il meccanismo che in automatico fa attribuire il cognome paterno si fonda nella pretesa che sia sempre e comunque il maschile a prevalere».

I registri si allungheranno in verticale, ma la preoccupazione principale è quella che guarda al futuro. Se i figli dei figli avranno due cognomi, quanti ne avranno i nipoti? E i pronipoti? Sembra un problema di aritmetica, ma è una questione che sta sollevando un polverone. A oggi, non esiste una norma che regoli il punto. Si può dedurre che di volta in volta si decida quali, e soprattutto quanti, cognomi tenere. Ma la Spagna, dove la prassi del secondo cognome è ormai una realtà consolidata, può essere presa a esempio: nella penisola iberica è davvero improbabile trovare persone che hanno mantenuto tanto i due cognomi del padre quanto i due cognomi della madre.

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