Adescamenti e ricatti sui siti di incontri, vittime due bergamaschi. A processo un 28enne
Insieme a dei complici, il giovane avrebbe chiesto soldi a uomini sposati della provincia per non rivelare le loro “scappatelle” online
In cerca su internet di incontri galanti, sono finiti nella rete di spietati ricattatori: questa la terribile spirale di cui sono rimasti vittima alcuni uomini sposati della Bergamasca, che ha anche dato inizio a un procedimento giudiziario.
Le vittime venivano adescate sui siti di incontri, dove i criminali si fingevano donne che offrivano sesso a pagamento. Quando gli uomini attirati nella trappola si mettevano in contatto per pattuire il prezzo e le modalità dell’incontro, venivano in seguito ricontattati tramite messaggi o chiamate: dall’altra parte, qualcuno che sosteneva di sapere tutto di loro e di volere soldi in cambio del silenzio, affinché le mogli e i conoscenti non venissero a sapere delle loro tentate scappatelle.
Un 33enne della Val Seriana è stato ricontattato tramite sms e telefonicamente (una voce metallica, camuffata), fino a quando non ha versato la cifra richiesta tramite ricarica Postepay pari a 150 euro. Tuttavia, quando pensava che la brutta avventura fosse finita, ha ricevuto un nuovo messaggio in cui gli venivano chiesti altri 150 euro, con la minaccia che se non fossero stati pagati avrebbero fatto del male alla sua famiglia e inviando le foto sue e della moglie, prese da Facebook. Data la situazione, ha deciso di cedere.
Nell’incubo è finito anche un bergamasco 62enne della Val San Martino: i malviventi gli hanno inviato l’istantanea con la moglie, presa dai suoi profili social, intimandogli di pagare 500 euro a un bancomat vicino a dove abitava, fatto che ha spaventato l’uomo, perché – a suo dire - era come se avessero avuto accesso al suo dispositivo. Una volta soddisfatta la disposizione impartita tramite messaggi, gli è arrivata però un’altra richiesta, stavolta per 250 euro, che l’anziano ha dovuto versare per stare tranquillo.
Alla fine, entrambe le vittime si sono rivolte alle forze dell’ordine, denunciando. I Carabinieri hanno così iniziato le indagini e, tramite il conto Postepay, sono risaliti ad A. B., 28 anni di Cinisello Balsamo e attuale imputato, che sarebbe stato aiutato da due complici, ovvero un uomo (quest’ultimo già indagato per altre vicende simili) e una donna. In uno dei casi il numero di telefono usato per chiamare era del complice, nell’altro di uno straniero che faceva da prestanome.