Una sensibilità speciale per i bambini

Nibali, il piccolo spericolato abbonato al pronto soccorso

Nibali, il piccolo spericolato abbonato al pronto soccorso
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«Adesso sembra tutto calmo e precisino - racconta Giovanna, la mamma, che ha un negozio di videocassette ormai convertito: fanno fotocopie - ma da piccolo era una tragedia». Faceva come fanno tutti i bambini. Si arrampicava di qua e di là, e finiva sempre per cadere e farsi male. L'altro Vincenzo Nibali, quello spericolato e con la faccia da monello, è rimasto alto così e non è mai cresciuto. Lui non se lo ricorda più, ma sua madre sì: «Tutto quello che comportava un rischio, un pericolo, potevi stare sicuro che lui lo faceva. Si buttava nei fossi, si arrampicava sui muri, e poi ovviamente cadeva giù. Non c'è osso che non si sia rotto almeno una volta. Al pronto soccorso avevamo praticamente l'abbonamento. Ormai non ci chiedevano più come ci chiamavamo, ma: cosa si è fatto Enzo questa volta? Meno male che ha avuto una femmina così non gli farà patire quello che ho patito io. Almeno spero».

 

 

Oggi Vincenzo è andato fare un giro nei reparti pediatrici dell'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. È venuto per festeggiare la vittoria del Tour de France insieme ai bambini, e anche se sono già passati un pò di mesi, qui sono tutti felici di vederlo. Con lui c'è Alessandro Vanotti, compagno di squadra all'Astana e angelo custode tutte le volte che vanno in bicicletta. Non è lo stesso di quando Nibali andava al pronto soccorso e si sbucciava un ginocchio, questo è un centro centro d’eccellenza per le cure dei bambini come Trauma Center, l’oncologia e le patologie cardiache, oltre che punto di riferimento in Europa per i trapianti pediatrici. Nibali lo aveva promesso ad Antonino Cassisi, il responsabile del reparto di chirurgia maxillo-facciale pediatrica e adulti, che lo aveva invitato a tornare. Così eccolo qui, Vincenzo gli ha regalato una bella maglia con l'autografo sopra e una dedica a tutta la direzione dell'ospedale.

 

NIBALI OSPEDALE TOP

 

Un campione lo vedi dal coraggio, dall'altruismo e poi, sì, anche dalla fantasia. Certo è che Nibali la solidarietà non se l'è mai dimenticata, soprattutto dopo essere diventato il campione riconosciuto e amato da tutti. Da anni gira ospedali, partecipa alle corse di beneficenza, dà una mano a chi ne ha bisogno. «Sappiamo che un piccolo gesto per noi è qualcosa di molto più grande per loro», ha detto una volta. Aiuta le associazioni come “Amici di Edy”, per la lotta contro la distrofia muscolare di Duchenne e il progetto di solidarietà “Cycling for Armenia” per la chirurgia maxillofacciale infantile, con l’obiettivo di costruire una sala operatoria nell’ospedale della capitale Yerevan. E più spesso lo ha fatto con i bambini.

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