Crisi idrica, gli agricoltori di Confai: «Sì al riutilizzo di acque reflue a fini irrigui in agricoltura»
L'associazione ha chiesto di valutare questa opzione, che potrebbe rappresentare un passo importante contro gli effetti del cambiamento climatico
«Il prossimo avvio di un tavolo di confronto per studiare opportunità di riutilizzo delle acque reflue a fini irrigui rappresenta un segnale di responsabilità da parte della Regione Lombardia, di fronte a una tendenza alla siccità e all'innalzamento delle temperature medie che ha assunto ormai contorni allarmanti, spingendo molte delle attività agricole al limite della sostenibilità economica e ambientale»: così il presidente di Confai (Confederazione agromeccanici e agricoltori italiani) Bergamo e Lombardia, Leonardo Bolis, ha commentato oggi (mercoledì 22 giugno) le recenti dichiarazioni dell'assessore lombardo all'Agricoltura Fabio Rolfi circa la volontà dell'Amministrazione regionale di avanzare verso un progetto globale di razionalizzazione della disponibilità idrica a scopi irrigui.
Le associazioni sostengono quindi l’impiego delle acque reflue, ovvero quelle utilizzate in attività domestiche o produttive e che devono essere sottoposte a processi di depurazione per poi poter essere di nuovo riversate nell'ambiente.
«Come abbiamo già avuto modo di sottolineare in precedenti occasioni – ha ricordato Bolis -, tra le imprese agromeccaniche e agricole associate a Confai la propensione al risparmio e alla cautela nell'uso dell'acqua è parte integrante della cultura aziendale. Tale senso di responsabilità nell'uso dell'acqua si associa al fondamentale contributo che le nostre imprese offrono in termini di monitoraggio di un reticolo idrografico che, in provincia di Bergamo, totalizza uno sviluppo complessivo di circa 2.900 chilometri».
L'iniziativa regionale punta a dare concreta attuazione a una normativa europea che definisce le norme minime per il riutilizzo delle acque provenienti da scarichi civili. «Il regolamento comunitario di riferimento è il n. 741 del 2020, che permette di riutilizzare le acque reflue in agricoltura, purché siano sottoposte a procedure che le rendano compatibili con gli standard di qualità previsti per gli usi irrigui – ha fatto notare il segretario provinciale di Confai Bergamo, Enzo Cattaneo -. Nella situazione di stress idrico che da diversi anni sta colpendo il settore primario, una coerente implementazione di questa opportunità normativa potrebbe rappresentare un baluardo significativo contro gli effetti del cambiamento climatico».